
Nel riquadro Marco Lenzoni, che ha raccontato quanto gli è accaduto su un treno alla stazione di Reggio Emilia
Reggio Emilia, 17 maggio 2025 – Fatti scendere dal treno perché i biglietti erano quelli della corsa successiva. Nell'epoca in cui non si contano più le aggressioni ai controllori da parte di passeggeri senza biglietto e molte volte lasciati indisturbati per non subire le conseguenze, un episodio accaduto venerdì pomeriggio alla stazione di Reggio Emilia ha scatenato l'indignazione social.
Protagonista dell'accaduto un bimbo disabile con mamma e papà che sono stati fatti scendere dal treno per biglietti regolarmente pagati, però non validi per la corsa, che era in ritardo, in cui erano saliti, ma per quella successiva.
Risultato? Ne è scaturito un diverbio con il papà del bimbo, Marco Lenzoni, che ha denunciato pubblicamente l'accaduto sui propri canali social e ora promette battaglia per avere giustizia. «Siamo stati a Bologna per permettere a mio figlio di dieci anni, di fare visite ed esami a pagamento per i quali in Toscana avremmo dovuto aspettare otto mesi. Al momento di fare il biglietto per tornare verso casa nostra a Pontremoli, avevamo trentanove persone davanti e le biglietterie automatiche erano prese d'assalto, ma fortunatamente il treno veniva annunciato con venti minuti di ritardo e, grazie a due ragazze campane che ci hanno fatto passare, siamo arrivati in tempo alla macchinetta».
E qui cosa è successo? «Essendo il nostro treno in ritardo, per il computer era già partito. Abbiamo chiesto informazioni alla responsabile di Trenitalia che, gentilmente, ci ha detto di fare il biglietto per il treno seguente e poi farlo presente al capotreno».
Quindi sembrava tutto a posto. «Il treno è partito e il capotreno non si vedeva ma a un certo punto un signore con una pettorina, dove c'era scritto ‘servizio clienti’, voleva vedere i biglietti. Gli abbiamo spiegato la situazione: voleva buttarci fuori dal treno! Mio figlio, per dei problemi metabolici, ha riconosciuta una invalidità al 100%; fortunatamente sta molto bene grazie alle cure ma è portatore di una disabilità grave. Quando gli ho spiegato che dovevamo rientrare in tempo a casa per l'assunzione di terapie, il capotreno ha chiamato la polizia e alla stazione di Reggio Emilia siamo stati portati all’ufficio Polfer per un verbale di denuncia per interruzione di pubblico servizio: insomma, rischiamo processo e due anni di carcere».
L’uomo esprime la sua amarezza. «Un treno carico di persone viene fermato un'ora in stazione e tre poliziotti vengono impegnati due ore per buttare fuori da un treno un bimbo disabile e i suoi genitori perché i biglietti sono quelli della corsa successiva, mentre a venti metri, davanti alla stazione, lo spaccio va avanti notte e giorno».
Ora come intende procedere? «Ovviamente sporgeremo denuncia contro chi ci ha buttato fuori dal treno con la minaccia dell'arresto per resistenza a pubblico ufficiale, andremo fino in fondo, chi ha sbagliato deve pagare perché una famiglia comune viene denunciata per un biglietto acquistato per la corsa seguente a causa di un disservizio di Trenitalia».
I social stanno letteralmente ribollendo e sostenendo la vostra parte. «Ringrazio le persone che ci hanno fatto sentire la loro vicinanza. Inoltre Riccardo Ricciardi del M5S intende porre un’interrogazione nei confronti del ministro dei trasporti Salvini. Ci piacerebbe sentire cosa hanno da dire il presidente della Regione Emilia-Romagna e il sindaco di Reggio Emilia sull'accaduto, non mancheremo di rivolgerci anche a loro».
In questa vicenda però c'è un minimo di lieto fine: il treno successivo nel frattempo era già passato, ma, grazie alla sensibilità dei poliziotti, la famiglia è stata fatta salire su un altro treno e, grazie ad una coincidenza, è potuta tornare a casa.
La replica di Trenitalia
"I passeggeri – si legge in una nota di Trenitalia – erano stati invitati, come loro stessi affermano, ad avvisare il capotreno nel momento dell'ingresso a bordo treno; ciò avrebbe consentito di chiarire subito la loro situazione ed evitare quanto poi accaduto. Una volta riscontrata la mancata regolarità dei biglietti, il personale ha proposto ai passeggeri prima l'acquisto di un nuovo biglietto e poi l'utilizzo del treno successivo (per il quale il biglietto sarebbe stato valido). Entrambe le opzioni sono state rifiutate, come pure la richiesta di fornire un documento di identità al personale che, nell’esercizio delle proprie funzioni, riveste il ruolo di pubblico ufficiale. La conversazione – continua la nota - è poi degenerata fino alla minaccia da parte dell’uomo di bloccare il treno mettendosi davanti alla porta di uscita e di chiamare lui stesso le forze dell’ordine. Per questo veniva richiesto l’intervento della Polizia Ferroviaria a Reggio Emilia, che convinceva le persone a scendere permettendo la ripartenza del treno il cui fermo stava anche generando le proteste degli altri passeggeri. Trenitalia Tper ha avviato nell'immediato i necessari approfondimenti per chiarire quanto accaduto”.
Cesare Corbelli