Beni estimati, riparte la battaglia. La politica chiede l’abolizione

Il Pd regionale, Ceccarelli, e Rifondazione propongono di riattivare l’iter per le cave tutte pubbliche

Beni estimati, riparte la battaglia. La politica chiede l’abolizione

Beni estimati, riparte la battaglia. La politica chiede l’abolizione

La gaffe di Alberto Franchi ha spnto la politica a riprendere in manmono la vecchia questionedei beni estimati ferma in Parlamento dai tempi del Governo Renzi. Così il capogruppo del Pd in Regione Vincenzo Ceccarelli propone di "chiedere al Parlamento di riprendere la proposta e riportare al patrimonio pubblico le cave oggi considerare private". Annunciando la sua presenza a fianco dei lavoratori stamani, Ceccarelli ricvorda il suo impegno "nella precedente legislatura da assessore in prima persona per affrontare con una legge un tema strategico. Siamo convinti che tutte le cave debbano essere considerate patrimonio pubblico e in questo senso, sarà promosso un atto per chiedere al Parlamento di riprendere la proposta di legge da noi avanzata nella passata legislatura per regolare la questione che attiene ai cosiddetti beni estimati". Con lui tutto il Partito democratico. Il Pd Toscana, con Emiliano Fossi definsice arroganti le paerole di Franchi e stamani sarà al corteo. In corteo anche le segreterie di Massa e di Carrara che parlano di dell’imprenditore sono di "frasi inammissibili perché rappresentano una forma di non rispetto nei confronti delle tante vite perse al monte". "L‘alto numero di infortuni dimostra che lo sviluppo tecnologico è stato finalizzato all’aumento della produttività e del profitto, a scapito della sicurezza e della piena occupazione altro che “deficienze” dei lavoratori. La vera questione è quella dello sperpero della risorsa marmifera, che non porta più il vero valore aggiunto, dato solo dalla lavorazione del marmo, perché l’escavazione ed il commercio riempiono le tasche solo di pochi. Bisogna passare dalle parole ai fatti". Parla di "un tratto culturale dimostrazione lampante della crisi" il gruppo consiliare di Carrara del Pd "impegnato a far sì che sulle Apuane si trovi un equilibrio che concili gli interessi di tutte le parti, inconciliabile con una visione padronale e arcaica che non rispetta né il lavoro né la natura". Inpiazza anchei giovani del Pd provinciale. Esterefatta anche l’assessore regionale Alessandra Nardini: "Non credevo alle mie orecchie. Sono parole orribili, che mai avrei pensato di ascoltare. I milioni di utile sono cifre che hanno dato alla testa dell’imrprenditore, che percepisce il proprio ruolo come quello di un padrone arrogante". "Chiediamo a governo e parlamento – si batte Rifondazione con Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Nicola Cavazzuti, segretario provinciale – di approvare una legge per togliere le concessioni delle cave a questi imprenditori che continuano a fare affari sulla pelle dei lavoratori e deturpando territorio su un editto del ‘700".

Indignati anche dall’Azione Cattolica che riferisce gli incidenti a ritmi di lavoro troppo sostenuti o a leggerezze nell’applicazione dei protocolli sulla sicurezza, dovuti in larga misura alla ricerca del massimo profitto". Parole ferme di condanna e di raccapriccio vengono anche dalla Uil con Daniele Battistini, Feneal Toscana e Franco Borghini, vertice di area vasta. "Allucinanti ei insostenibili" vengono definite le frasi choc dalla Csil di Andrea Figaia che annuncia per il primo maggio saranno al cimitero di Marcognano per testimoniare davanti alle tombe dei dieci cavatori di Bettogli morti sotto una frana di sassi nel 1911.

Passa ai fatti Legambiente che stigmatizzando "il siparietto diReport" e ribadendo la volontà di cave tutte pubbliche intende denunciare Fum agli enti certificatori. "Dato che la Fum ha certificato il proprio sistema di gestione alla Iso 45001, sarà nostra cura portare all’attenzione dell’ente certificatore e di Accredia le dichiarazioni del presidente perché valuti se il suo approccio al tema della salute e sicurezza sul lavoro sia compatibile con tale certificazione".