Assalto con mine alla montagna Le cave raccontate da Gadda

Assalto con mine alla montagna  Le cave raccontate da Gadda

Assalto con mine alla montagna Le cave raccontate da Gadda

Era l’11 agosto 1934 quando Carlo Emilio Gadda, celebre scrittore e pubblicista all’epoca poco più che quarantenne, assistette all’esplosione di una mina a Ravaccione. Un evento spettacolare e che venne ampiamente pubblicizzato all’epoca, attirando sulle cave di Carrara l’attenzione di gente comune e di numerosi giornalisti. Fra questi, oltre al futurista Filippo Tommaso Marinetti, c’era anche Gadda che descrisse l’evento in un articolo pubblicato due giorni più tardi nelle pagine della rivista milanese l’Ambrosiano. ‘Assalto con mine alla montagna’ era il titolo, l’anno seguente venne recuperato da Adolfo Angeli, allora direttore dell’Accademia di Belle Arti, e inserito nel manuale ‘Sinfonia del marmo’ (edito da Bassani), assieme ad altri pezzi scritti in occasione della prima mostra celebrativa sul marmo, avvenuta a Carrara nel ‘34, per poi essere dimenticato anche dagli studiosi.

A riscoprirlo è stato Antonio Castronuovo (nella foto), saggista, traduttore, direttore di collane editoriali e ricercatore di testi perduti, che assieme alla direttrice dell’Archivio di Stato di Massa, Francesca Nepori, ha descritto nell’aula magna dell’Accademia l’importanza del ritrovamento e l’amore che Gadda ha nutrito per il duro lavoro svolto nelle cave e la fascinazione per le Apuane. "Gadda – ha spiegato Castronuovo – è stato un grandissimo romanziere, ingiustamente accantonato dalle letture di oggi perché considerato troppo complicato. Era ingegnere idraulico e spesso pescava da questa scienza neologismi".

Così fece anche nell’articolo disperso, che va ora a comporre “il magnifico trittico marmoreo”, formato da altri due pezzi intitolati ‘Carraria’ (pubblicato sull’Ambrosiano) e ‘Sull’Alpe di marmo’ (uscito sulla Gazzetta del Popolo nel ‘36). "Quello di Castronuovo – ha sottolineato Nepori – è un ritrovamento molto importante, che va ad arricchire non solo la bibliografia italiana, ma l’intero territorio, che nel 1934 visse un anno cruciale con la mostra celebrativa del marmo e altri eventi collaterali promossi da Angeli". La riscoperta dello scritto di Gadda, secondo Castronuovo, è frutto di ‘una botta di fortuna’.

"Nepori – ha raccontato il saggista – stava infatti consultando il manuale ‘Sinfonia del marmo’ di Angeli per uno studio sul futurismo, nel quale erano presenti due articoli di Marinetti. Non conoscendo il manuale, praticamente introvabile se non in 6 biblioteche italiane, ma non nazionali, o in cataloghi locali, mi feci inviare l’indice dove notai due articoli di Gadda. Il primo, ‘Carraria’, era già stato inserito in una delle raccolte di articoli dell’autore, l’altro no. Stando al testo, l’articolo venne pubblicato sull’Ambrosiano del 14 agosto". Avendo recuperato le copie dal 13 al 15 del quotidiano, Castronuovo ha scoperto due errori: l’articolo uscì in realtà il 13, e venne scritto il 12 (Gadda, ingenuamente, scrisse "ieri" anziché "l’altro ieri"). "Un ritrovamento culturale di grande significato – ha detto il professore Gerardo De Simone, organizzatore della giornata, che si inserisce nel ciclo di incontri ‘I racconti dell’arte’ – che investe l’Accademia e tutto il nostro territorio".

Alessandro Salvetti