
di Francesco Scolaro
La bonifica della falda dell’area Sin e Sir sembra riuscire a vedere la luce in fondo a un tunnel lunghissimo durato oltre 30 anni. Un cunicolo diventato angusto e stretto soprattutto negli ultimi mesi, quando erano state perse le risorse finanziate nel 2018 dal ministero dell’Ambiente su Fondi sviluppo e coesione, in tutto 21 milioni di euro circa, perché la progettazione e l’affidamento dell’appalto erano durati troppo a lungo. Mancava poi un atto essenziale: la convenzione attuativa fra Regione, soggetto affidatario, e Sogesid, società in house del Ministero dell’ambiente, soggetto esecutore. Cinque anni di attesa e nel frattempo da Firenze hanno dovuto stanziare altri 12 milioni di euro per realizzare le bonifiche, spalmati fino al 2025.
Ora ci siamo: è pronta la convenzione attuativa che darà le gambe a tutto il resto dell’iter che a questo punto dovrebbe vedere il completamento entro 3 anni, o meglio 36 mesi ‘operativi’ che poi bisogna vedere quanto durano davvero. Di mezzo c’è la progettazione esecutiva dell’opera di pompaggio e trattamento delle acque di falda, la gara di appalto per l’assegnazione dei lavori e ancora il collaudo finale. Ma almeno il documento che deve essere sottoscritto da Sogesid e Regione mette in fila tempi e competenze. La convenzione disciplina le attività di supporto tecnico-specialistico correlate alla progettazione esecutiva e realizzazione degli interventi con un piano operativo di dettaglio elaborato da Sogesid, inviato a revisione a fine dicembre dell’anno scorso e rivisto fino a giugno di quest’anno.
Una convenzione con piano operativo che vincola le parti e soprattutto lega le risorse perché trattandosi di due enti pubblici, in cui Sogesid rappresenta soggetto attuatore e realizzatore, rappresenta la cosiddetta ‘obbligazione giuridicamente vincolante’ che invece non aveva permesso di utilizzare le risorse del Fondo sviluppo e coesione. I tempi scanditi da Sogesid sono chiari, almeno sulla carta e sono quelli che poi già da settembre dell’anno scorso hanno chiarito perché non si potesse completare la gara entro dicembre. Per la redazione del progetto esecutivo bisogna rispondere alle prescrizioni contenute sia nel decreto di esclusione dalla Valutazione di impatto ambientale sia nel decreto di approvazione del progetto definitivo del Mite.
Servivano quindi attività specialistiche in più: verifica degli ordigni bellici inesplosi, indagini fonometriche e integrazione della ricerca dei sottoservizi interferenti sul tracciato delle adduzioni al trattamento delle acque di falda, processo chimico-fisico dell’impianto di trattamento delle acque di falda (Taf), impianti elettrici e di telecontrollo, aspetti ambientali legati al rumore ed alla vegetazione da piantumare nell’area dell’impianto di Taf. E da qui si parte. Servono quindi 6 mesi per le procedure di affidamento e l’esecuzione delle indagini propedeutiche alla progettazione esecutiva e per l’affidamento delle consulenze specialistiche necessarie. Altri 5 mesi per la redazione del progetto esecutivo. Ancora 6 mesi per la procedura di affidamento dell’esecuzione dei lavori. Quindi 17 mesi per la realizzazione delle opere, circa un anno e mezzo. Siamo a circa 3 anni per vedere l’opera compiuta. Poi sono previsti 5 anni per la gestione dell’impianto di trattamento delle acque di falda e di tutte le opere realizzate per un periodo di 5 anni.