RICCARDO IANNELLO
Cronaca

Archivio di Stato ‘svelato’. L’eredità di Francesca Nepori

Direttrice dell’istituto di Massa dal 2020 ora si prepara a trasferirsi alla Spezia "La vittoria più grande è stata riuscire a farne una realtà radicata e riconosciuta".

Francesca Nepori, classe ‘73 massese purosangue, è dal primo gennaio 2020 alla direzione dell’Archivio di Stato di Massa

Francesca Nepori, classe ‘73 massese purosangue, è dal primo gennaio 2020 alla direzione dell’Archivio di Stato di Massa

di Riccardo Jannello

A breve Francesca Nepori, classe ‘73 massese purosangue ("da ragazza ho anche avuto esperienze di teatro dialettale"), lascerà la direzione dell’Archivio di Stato per quello della Spezia – dove ora vive – che già guidava in contemporanea dal 9 aprile. Decisione sofferta: "Sono qui dal 1° gennaio 2020 e in questi cinque anni e mezzo ritengo di avere fatto un buon lavoro che sarà sicuramente proseguito dal mio successore". Ma la dottoressa Nepori non abdicherà da un compito importante che la tiene stretta alla sua città: il comitato per la candidatura di Massa Capitale della cultura 2028. "Ho dato la disponibilità a contribuire alla valorizzazione del patrimonio archivistico del nostro Istituto – dice –. Penso ci siano le basi per dimostrare l’importanza culturale della città. Tante cose si possono fare per rendere sempre più interessante il territorio: io ci sarò e per questo ringrazio il sindaco Francesco Persiani". D’altronde lei si è distinta per le molte attività svolte e per avere riavvicinato l’Archivio alla città. Ed è orgogliosa delle mostre che hanno permesso alla gente "di vedere l’Istituto in modo nuovo, non come edificio imperscrutabile ma luogo d’incontro della cittadinanza".

La “curiosità” della Nepori ha fatto sì che molti diventassero curiosi di documenti considerati asettici e che invece "indagano aspetti diversi della società passata e attuale con un impatto sociale problematico e critico". E ci tiene a ricordare gli eventi, il primo dei quali "ereditato dal mio predecessore" fu sulla storia del teatro dialettale con i fondi Bellugi, Giannotti e Cei. Quindi la mostra sull’impatto delle leggi razziali sul territorio dopo il 1938 con i controlli sulle persone, gli atti di denuncia di appartenenza alla razza ebraica, "l’accanimento anche incomprensibile su una cinquantina di ebrei". Un argomento sociale molto forte è stato quello sulla mancata costruzione a inizio Novecento del manicomio in città: progetto troppo oneroso. Interessanti le diagnosi fatte dai medici: "Ci siamo resi conto – dice la direttrice – che la maggior parte non soffriva di malattie psichiatriche ma di disagio sociale, soprattutto le donne che subivano violenze da mariti che tornavano a casa ubriachi perché senza lavoro passavano il loro tempo nelle osterie". Rappresentazioni della realtà vista attraverso documenti troppo spesso lasciati agli specialisti. Così è stato per la censura fascista, per il Sessantotto con fotografie e manifesti di destra e sinistra che dimostravano lo scontro in atto, e infine per il giorno del ricordo "i cui eventi – sottolinea Nepori – si sono tenuti in stretto contatto con la Prefettura che ci ha dato una grossa mano".

Una collaborazione che ha valorizzato le mostre tenute in via Sforza e a Palazzo Ducale. L’edifico dell’Archivio di Stato è stato acquistato nel 2022-23 dal ministero della Cultura entrando fra i pochi nella convenzione fra governo e demanio (con una somma di un milione e mezzo di euro) e questo "ci permetterà – si auspica la direttrice – di riqualificare gli spazi per ricevere nuova documentazione". Oggi i faldoni coprono 4 chilometri lineari a Massa e uno all’Annunziata di Pontremoli, dove però la situazione è allarmante per possibili crolli. A Massa c’è anche la Biblioteca nazionale dell’esperanto, fiore all’occhiello della comunità. "Il direttore generale Antonio Tarasco – afferma la Nepori – ci vuole bene e a Massa arriveranno tre nuovi archivisti. Oggi siamo quattro funzionari, cinque addetti alla movimentazione, due al supporto e cinque amministrativi".

Ma cosa Francesca Nepori lascia al “suo” Archivio prima di salutare? "La vittoria più grande – risponde – è stata fare dell’Istituto una realtà radicata e riconosciuta per cui lavorerò fino all’ultimo. Devo perciò ringraziare l’onorevole Alessandro Amorese per avere portato da noi il fondo Negrari; sto aspettando di portare a compimento la donazione di un privato, Renzo Nicolini, che ha realizzato una collezione di cose effimere, ma basilari per una società. Ed ho ricevuto il parere positivo de La Rosa Apuana per la donazione del materiale del Partito Comunista con documenti importantissimi".