REDAZIONE MASSA CARRARA

Arance amare ma preziose Un’idea per recuperarle

L’ingegner Carlo Milani invita a seguire gli esempio di Siviglia e Sorrento. Un bando per affidare ai privati raccolta, lavorazione e distribuzione dei frutti

Arance amare che da problema possono diventare risorsa. Arriva dall’ingegner Carlo Milani un’idea per recuperare le arance massesi prima che si riducano in poltiglia lungo strade, marciapiedi e parchi. "Abbiamo in città oltre 200 piante di aranci amari e il loro utilizzo non dovrebbe limitarsi all’aspetto ornamentale ma a trasformare i frutti per la produzione di marmellate e altri sottoprodotti. Succede a Siviglia così come a Sorrento. Noi a Massa che facciamo? – chiede Milani – Basta cercare su Google o anche, più in dettaglio, sul numero 51997 della rivista Acer in cui si parla anche del doppio filare di aranci amari nella piazza centrale della città di Massa. A Siviglia gli aranci sono dovunque, nei giardini, nelle strade e nelle piazze. Ce ne sono 25.000 e con un’asta pubblica annuale la municipalità assegna la raccolta a un’impresa che si occupa della commercializzazione. Lì sono attive due industrie per la produzione di marmellate ed altri sottoprodotti".

Sempre su Google, suggerisce l’ingegnere, si scopre che il Comune di Sorrento ha acquistato un agruminato, tipico giardino della penisola sorrentina al centro della città, di circa 11.000 metri quadrati, (" guarda caso proprio come il nostro Pomario Ducale" sottolinea) miracolosamente salvatosi dalla speculazione edilizia. Il Comune lo ha inaugurato e aperto al pubblico agli inizi del terzo millennio. "Oggi – spiega – il giardino viene curato dall’azienda agricola “I giardini di Cataldo” che ne utilizza gli agrumi per produrre marmellate, liquori come il limoncello e altre bevande" E Massa? Si fermerà davvero ai fantastici e fallimentari orti urbani in cima al Monte di Pasta?"

Di recente l’idea di aprire una cooperativa per recuperare le arance pubbliche e avviare un procedimento di trasformazione era stata ipotizzata da Paolo Casotti, presidente di Uisp Grande Età. " Nell’ambito del progetto Orto delle Donne – spiega – avevamo ipotizzato l’acquisizione della villa della Concia per avviare la cooperativa. Purtroppo non è andato a buon fine. Certo che l’Orto delle donne è sempre attivo e se riuscissimo a individuare uno spazio idoneo potremmo veramente realizzare il progetto di recupero e trasformazione delle arance, dando un aiuto concreto alle donne in difficoltà che escono dal dramma della violenza domestica".

Una nota storica: fu una donna, la duchessa Maria Beatrice d’Este, nel 1819 a far piantare due file di aranci dolci sul perimetro della piazza centrale, piazza Aranci appunto. lungo i tre lati. Negli anni, le piante di aranci dolci vennero sostituite con quelle di aranci amari che ancora oggi abbelliscono la piazza, altre strade e angoli di Massa.

Angela Maria Fruzzetti