DANIELE ROSI
Cronaca

Agri marmiferi, aziende a rischio: "Emendamento alla filiera corta"

Bernardi chiede la possibilità di effettuare la squadratura dei blocchi invece che in cava in segheria "Così si consente alle piccole imprese di far fronte al 50 per cento della lavorazione in loco".

Problemi nell’applicazione dell’articolo 23 del regolamento degli agri marmiferi che prevede che il 50 per cento del materiale escavato venga lavorato nel territorio

Problemi nell’applicazione dell’articolo 23 del regolamento degli agri marmiferi che prevede che il 50 per cento del materiale escavato venga lavorato nel territorio

Una modifica dell’articolo 23 del regolamento per la concessione degli agri marmiferi. La proposta, da tempo in attesa di risposta, arriva nuovamente dal consigliere d’opposizione Massimiliano Bernardi e accoglie le istanze di tutti quegli imprenditori che non riescono a far fronte alla percentuale del 50 per cento di lavorzione del marmo in loco, prevista dalla legge regionale 35. Una percentuale che il consigliere più volte ha contestato, anche in consiglio comunale, perché difficile da raggiungere per le aziende più piccole, che rappresentano circa l’80 per cento del settore lapideo apuano. Soglia che, nel caso non venisse rispettata, comporterebbe la perdita della concessione.

"I materiali trasformati meno pregiati non hanno mercato - spiega Bernardi - e tante aziende non hanno nemmeno spazio per stoccare il materiale trasformato invenduto. Questa soglia del 50 è una ghigliottina. Da ormai un anno ho pronto un emendamento su questo tema - ha spiegato Bernardi - ma non c’è interesse a volerne discutere. Ho chiesto sia al capogruppo Pd Gianmaria Nardi sia al presidente della commissione marmo Nicola Marchetti se ci sia interesse a parlarne, ma pare di no". Da qui nasce appunto la proposta, la modifica dell’articolo 23 del regolamento, suggerita da Bernardi, che riguarda la riquadratura dei blocchi. "Avevo chiesto di inserire, all’interno della trasformazione - prosegue Bernardi - anche una soluzione che potesse dare sollievo alle aziende: la riquadratura dei blocchi fatta nei laboratori al piano e non in cava. Si tratta di una lavorazione in cui il blocco viene lavorato col telaio sul piano, togliendo il peso richiesto. Questo aiuterebbe le aziende a raggiungere il punto del 50 percento. Fare finta di niente è gravissimo, perché in ballo ci sono le concessioni e il futuro delle imprese".

Il consigliere ha poi aggiunto di essersi sentito preso in giro dalla sindaca dopo che in un primo momento era stata fatto depositare l’emendamento, con la promessa di un confronto sul tema. "La proposta non è stata nemmeno portata in commissione - ha concluso Bernardi - e credo ci sia timore di esporsi nei confronti delle aziende. Si sono ripresi del tempo per valutare, ma credo in realtà che non ci sia nessuna volontà di apportare questa modifica, che sarebbe invece importante per aziende e lavoratori".