
Un gruppo di partecipanti al convegno Adoc a Treschietto
Faro puntato sulla terra che si insinua tra mar Ligure, Alpi Apuane e Appennino Tosco Emiliano: con una diversità ambientale unica, la Lunigiana non sfugge agli appassionati della qualità. E Adoc l’ha eletta a tappa del progetto enogastronomico itinerante "Nutrire il futuro: un percorso verso il cibo sostenibile". Lanciato dall’Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori, il progetto toccherà le venti regioni d’Italia con l’obiettivo di promuovere un turismo più responsabile, evidenziando le unicità dei territori interessati. Al convegno organizzato nei giorni scorsi dalla sezione Toscana Nord a Treschietto, i vertici di Adoc hanno incontrato i produttori locali che, davanti ad un banchetto di prodotti tipici, hanno spiegato segreti e ricette dei sapori della Lunigiana. "Ci tenevo a far conoscere la Lunigiana ai nostri vertici regionali e nazionali" ha dichiarato il presidente della sezione Adoc Toscana Nord, Mauro Bartolini.
Ad introdurre l’evento, la vicepresidente Adoc Toscana Nord Alberta Musetti, seguìta dal sindaco di Bagnone Giovanni Guastalli che ha ricordato quanto sia coraggioso investire in una terra ricca di risorse ma marginale e che quotidianamente si sforza di contrastare lo spopolamento. Il presidente regionale Adoc, Leonardo Ferrone ed il vice presidente nazionale, Alessandro Cafagna hanno plaudito alla scelta lunigianese.
"Adoc è un’associazione che difende principalmente i consumatori – hanno dichiarato – ma anche il territorio, passando dalla valorizzazione dei suoi prodotti per un turismo sostenibile, a chilometro zero: quello che serve a ridare vita alle tipicità". E poi si sono succeduti gli interventi di alcuni produttori, a partire da Davide Balestracci, titolare di un’azienda artigiana produttrice di testaroli: "Impasto semplice, fatto di acqua, farina e sale, cotto in testi di ghisa del peso di una ventina di chili, riscaldati su fuoco a legna rigorosamente di faggio, nocciolo o castagno per evitare al prodotto di assorbire umidità". Filippo Volonte’ produce vini nella Tenuta Cà Bianca: vermentino bianco, rosé e rosso con ciliegiolo, rosso con cabernet e merlot, olio extravergine di oliva.
La sua è una testimonianza di ritorno alle origini in terra di Lunigiana che i nonni avevano lasciato per trasferirsi nel comasco. Immancabile a banchetto, il panigaccio, presentato da Marianna Idaspe, titolare di un laboratorio artigianale a Podenzana: "Pastella di acqua, farina e sale cotta nei testi di terracotta scaldati su fiamma viva e poi impilati uno sull’altro".
Altro prodotto lunigianese, la Marocca di Casola: un pane cotto a legna con impasto di farina di castagne, farina di grano e patate lesse. Ed infine la cipolla di Treschietto, protagonista delle ricette per torte d’erbi e barbotta: "Viene seminata a fine agosto – spiega Caterina Sarti –, a maggio si raccoglie il cipollotto ed a luglio, la cipolla intera ricca d’acqua e dal sapore dolce".
Michela Carlotti