
di Alfredo Marchetti
CARRARA
Accusati di aver rubato denaro all’anziana zia finiscono sotto processo. Uno di loro addirittura va alla sbarra per rapina. In tre vivono una vera e propria odissea giudiziaria iniziata nel 2014 e che vede un ottimo finale: tutti e tre assolti dalle accuse. La decisione è stata presa l’altro giorno dalla giudice Antonella Basilone, che mette fine a una battaglia familiare durata quasi un decennio.
Padre, mamma e figlia, tutti residenti a Carrara, assistono il figlio tetraplegico della loro anziana zia: cure continue e lavaggi quotidiani. L’assistenza va avanti per alcuni mesi, tanto che nasce un rapporto di fiducia tra protagonisti della vicenda. Tanto che l’anziana zia cointesta un conto alla nipote che assisteva il figlio. Muore il babbo del figlio disabile e qualcosa si rompe. L’anziana si rivolge al nipote da parte di padre. Mentre si naviga in acque non proprio serene, la nipote chiede un prestito alla zia e lascia un libretto di risparmio a garanzia alla zia benestante.
Succede però un fatto che fa collassare definitivamente il rapporto: l’anziana racconta che in una cassetta di sicurezza c’erano 15mila euro e ne mancano 2mila. Parte la denuncia per rapina al babbo della nipote. La donna racconta che l’uomo l’aveva strattonata e buttata sul letto, prima di allontanarsi con parte del denaro conservato nella cassetta.
I tre, difesi dal legale Luca Lattanzi, finiscono sotto processo, gli anni passano e l’anziana muore. Il nipote che era subentrato nell’assistenza all’anziana a a suo figlio racconta in tribunale quello che aveva detto la zia nella denuncia. Ma quasi alla fine del processo un testimone accusa che ribalta tutto: non sapeva niente dell’aggressione, la chiave della cassetta era ben custodita dalla donna. La pm Sara Parisi chiede l’assoluzione per i tre, ma 2 anni per la rapina. La giudice ha deciso di assolvere tutti.