Accoglienza migranti in Lunigiana: Bellesi scrive al governo

Il primo cittadino di Villafranca, Filippo Bellesi, scrive una lettera aperta preoccupata sull'arrivo di profughi nella provincia di Lunigiana. Chiede una distribuzione proporzionale tra i comuni e l'autorizzazione dei Cas solo con le amministrazioni comunali.

Una lettera aperta, piena di preoccupazione, sul tema dei migranti. Il primo cittadino di Villafranca, Filippo Bellesi, ha inviato una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al Prefetto Guido Aprea, sul crescere degli arrivi di profughi nella nostra provincia. E’ preoccupato e in apprensione per la loro distribuzione sul territorio. "La concentrazione di troppe persone in piccole comunità, le procedure di autorizzazione dei Cas, le deroghe concesse per l’occupazione di immobili, stanno determinando un impatto sui comuni interessati che definire preoccupante è davvero eufemistico. E’ impossibile accettare per qualunque assennato amministratore – a maggior ragione se convinto sostenitore della coalizione di Governo che ha prevalso alle ultime elezioni - l’indirizzo politico di accoglienza, così come proposto in concreto nelle sue linee generali nazionali e la gestione pratica e capillare del fenomeno. Penso che la distribuzione dei profughi dovrebbe seguire una logica rigidamente proporzionale tra i comuni, tenendo conto della loro densità demografica. I Centri di accoglienza straordinaria dovrebbero essere autorizzati solo di concerto con le amministrazioni comunali e non in edifici condominiali. La quotidiana esperienza dimostra che spesso diventa difficile, se non impossibile, gestire serenamente centri di questo tipo, ove siano già presenti i residenti abituali. Credo sia profondamente ingiusto che nell’autorizzare l’ospitalità in determinati spazi non si tenga conto delle regole ordinarie per le quali spesso siamo chiamati a rigide applicazioni nei confronti dei nostri cittadini, dovendo negare a famiglie in crescita, italiane o straniere, la possibilità di permanere in abitazioni frequentate da anni, in affitto o in proprietà, sulle quali magari sono stati fatti investimenti rilevanti, frutto di sacrifici e di rinunce. Sono il primo a credere nei principi della solidarietà e dell’accoglienza, ma credo debbano essere definite meglio e con chiarezza le linee entro le quali questi principi possano trovare vera espressione ed essere affermati nel rispetto della civile convivenza tra chi ospita e chi è ospitato. Cosa che in tutta sincerità non vedo accadere con queste regole".