MARCO NICOLI
Cronaca

Restò paralizzato dopo una fucilata. Scarcerato il cacciatore che gli sparò

Zappelli ai domiciliari dopo la condanna. La rabbia dei familiari

Al centro, Marco Zappelli in occasione del processo in cui è stato condannato a 12 anni

Lucca, 24 gennaio 2016 - Arresti domiciliari per Marco Zappelli, il cacciatore 58enne condannato a 12 anni dal Tribunale di Lucca per tentato omicidio, per il drammatico ferimento di Gianfranco Barsi, 49enne di Vitiana. La notizia è piombata nella casa di Vitiana dove il Barsi, rimasto completamente paralizzato a seguito della ferita causata dalla scarica di pallini, è ritornato da pochi giorni, dopo un calvario di quasi 15 mesi, trascorsi in parte in ospedale a Cisanello di Pisa e in parte al centro di riabilitazione di Montecatone a Imola, ed è stata comunicata alla moglie Nadia Muzzarelli dall’avvocato di fiducia Alessandro Garibotti.    E’ stata di incredulità la prima reazione dei familiari per la decisione dei giudici, che hanno accolto la richiesta degli avvocati difensori. Poi tanta amarezza e anche rabbia per una decisione ritenuta «abnorme» rispetto alla gravità dei fatti, avvenuti il 7 novembre del 2015 nell’oliveto di Vitiana. Quegli spari che oggi costringono Gianfranco Barsi alla totale infermità, potendo muovere solo la testa. «Sono amareggiata – commenta la moglie Nadia – perché mi sembra che ci siano più diritti per gli imputati, responsabili anche di gravi reati, che per le persone offese». Gianfranco - aggiunge - sarà agli... arresti domiciliari a vita per colpa di questa persona, e con pochi diritti anche per essere curato come si deve a casa». 

«Mi dicono che la legge lo prevede fino a che non andrà in giudicato la sentenza definitiva, quindi dopo l’appello e la Cassazione, ma il fatto è che lui si è già dichiarato colpevole per godere dei benefici di riduzione della pena. Sono delusa e arrabbiata, non mi aspettavo questa decisione, che considero ingiusta e irrispettosa del male irreparabile che ci hanno fatto. Non ho altro da aggiungere». Ancora non si conoscono le motivazioni, ma si sa che lo Zappelli non andrà a risiedere nella casa di Ghivizzano, ma sconterà gli arresti domiciliari presso l’abitazione di parenti nella Piana. La notizia dell’avvenuta scarcerazione, così repentina, sta comunque destando sorpresa in tutta la Media Valle, nel comune di Coreglia in particolare, dove risiede la famiglia Barsi e viene prevalentemente commentata con una certa indignazione.