
L'assessore Ragghianti
Lucca, 28 marzo 2019 - Ha fatto discutere. Soprattutto per alcuni eventi non presenti all’interno del calendario ‘Vivi Lucca’ che ricomprende le varie iniziative - promosse da associazioni e vari soggetti produttori di eventi culturali - che si svolgono sul territorio durante l’anno e per il quale occorre partecipare ad una sorta di bando nel novembre dell’anno precedente. Bando che poi, in base ad alcuni criteri tra cui destagionalizzare e decentralizzare, assegna un punteggio. Secondo l’assessore comunale alla Cultura Stefano Ragghianti (che abbiamo incontrato insieme a William Nauti, responsabile dell’unità organizzativa eventi e istituti culturali del Comune), pur potendo migliorare lo strumento, quello che è stato messo in piedi da oltre un anno a questa parte fa sì che il calendario degli eventi ‘Vivi Lucca’ raggiunga l’obiettivo della programmazione e, se vogliamo, anche della semplificazione nel calendarizzare la raffica di iniziative che si tengono sul comune. A breve, inoltre, uscirà un nuovo bando che permetterà di calare i criteri più sugli eventi che sul momento erano rimasti per così dire esclusi: quelli del Settembre Lucchese e quelli legati al Natale. Anche perché aveva fatto un po’ che infatti non veder ricompresi in ‘Vivi Lucca’ proprio la Processione di Santa Croce a settembre e la festa di Capodanno in piazza. Da qui, l’esigenza dell’assessore Ragghianti di spiegare come stanno le cose.
Assessore Ragghianti, ci sono state un po’ di lamentele in merito all’esclusione di alcuni eventi.
«Quello di ‘Vivi Lucca’ è un bando ad evidenza pubblica per attribuire vantaggi e sostegni economici ed è uno strumento di programmazione culturale degli eventi di Lucca. La giunta e l’assessore fissano i criteri generali. Per la prima volta i criteri di valutazione - per carità, opinabili e discutibili - sono stati esplicitati nel 2018».
Nel 2017 per il 2018, quante sono state le richieste di eventi che avete avuto?
«Sono state presentate 240 proposte. E voglio specificare che non si tratta di 240 eventi. Perché una singola proposta può contenere al suo interno più appuntamenti».
E nel 2018 quante furono quelle escluse?
«Su 240 ne furono escluse 29».
Cosa vuol dire entrare a far parte del calendario ‘Vivi Lucca’? «Si va da chi chiede il semplice patrocinio a chi chiede patrocinio e sostegni economici. Dal 2018 è diventato uno strumento per legittimare e garantire trasparenza per l’assegnazione di contributi e patrocinio».
Però diciamoci la verità, pensare che in ‘Vivi Lucca’ non siano previste né la Processione di Santa Croce né la festa di Capodanno in piazza fa un certo effetto, no?
«Guardi, tra aprile e maggio usciremo con un altro avviso che permetterà di calare i criteri più sugli eventi del Settembre Lucchese, del Natale e delle feste natalizie».
E se un’associazione presenta un’iniziativa al di fuori dei due bandi, quello di novembre per rientrare all’interno dell’anno successivo e quello di aprile-maggio per rientrare nel Settembre Lucchese e feste natalizie?
«Se qualcuno arriva al di fuori del ‘Vivi Lucca’ occorre passare dal dirigente e poi dalla giunta».
Questa esperienza di programmazione è iniziata nel 2018. Qual è il vostro grado di soddisfazione?
«L’esperienza del 2018 tutto sommato è stata positiva anche se naturalmente rischia di scontentare, ma è una procedura giusta e va difesa. Alla politica spetta di dare gli indirizzi culturali della città e razionalizzare gli eventi e dire qualche no. La richiesta è fortissima e ci deve essere una selezione. Forse dovrebbe diventare un piano strategico per la cultura e per gli eventi. Inoltre abbiamo ripresentato domanda alla Soprintendenza per chiedere di autorizzare in generale tutto quello che è inserito nella programmazione di ‘Vivi Lucca’».
Insomma, una sorta di lavoro che pare tendere a istituzionalizzare, programmare e semplificare?
«Sì, infatti. Inoltre il messaggio è anche quello che alcune associazioni che fanno cose simili magari possono collaborare».
E poi nei criteri che avete stabilito, tra l’altro, c’è quello di decentralizzare. Perché?
«In alcuni momenti dell’anno ci sono troppi eventi e c’è rischio di accumulare. Alcune zone poi hanno un limite massimo di deroghe acustiche. E’ il tentativo di andare fuori dalle Mura: pensiamo al Parco fluviale, al castello di Nozzano. E perché, prevedere un concerto di Puccini a San Concordio non sarebbe possibile ad esempio?».
Il bando che si aprirà ad aprile-maggio avrà gli stessi criteri di quello di novembre?
«No, non avrà questi criteri. Inoltre facciamo un esempio. I gruppi storici: hanno fatto una miriade di proposte. Allora ci siamo detti, la relazione in essere con i gruppi storici affonda le radici nella caratterizzazione della città, non sono tantissimi, la tipologia di eventi soddisfa esigenze di immagine dell’amministrazione e vogliamo arrivare ad una convenzione. Che tra l’altro lo scorso anno abbiamo già fatto. Magari una convenzione stabile pluriennale con un contributo tipo rimborso spese da prevedere per l’anno».