Veronesi sceglie Pardini E rompe con i suoi partiti

Azione, +Europa e Italia Viva prendono le distanze e si schierano con Raspini. Ma anche Del Ghingaro annuncia il voto a Pardini: "E’ lui il cambiamento"

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Alberto Veronesi scioglie le riserve e anche i legami col Terzo Polo. Doveva essere la forza che scardinava tutto e invece alla fine la rottura è stata interna. Dopo giorni di trattative trascorsi al telefono, consumando le suole delle scarpe in via del Poggio, con la speranza forse di trarre qualcosa di appetitoso dal ballottaggio, il candidato sindaco, visibilmente deluso, ha annunciato che sosterrà Pardini.

"Nessun apparentamento - spiega - che pure mi era stato proposto da entrambe le parti, ma una scelta per il cambiamento. Pardini è l’unico che può garantirlo". Si capisce subito che la scelta del maestro è personale e che qualcosa deve essere andato storto. Rinnega i partiti che l’hanno sostenuto fino a poche ore prima: "I 1305 voti che ho preso con le mie due liste civiche vogliono un cambiamento - e poi - L’ho fatto con due liste civiche, senza simboli di partito a parte Partite Iva e Sgarbi". Non nomina neppure Azione, +Europa e Italia Viva.

Eppure il colpo di spugna non basta a cancellare i loro nomi ancora leggibili nella sede elettorale. Così l’abbraccio con Matteo Renzi in piazza della Cittadella, in chiusura di campagna elettorale, diventa un vago ricordo; come il video messaggio che - Veronesi stesso cita - "l’amico Carlo Calenda mi ha carinamente dedicato". Lo stesso amico che però ieri gli ha riservato parole dure: "Veronesi sembrava una persona seria - scrive Calenda - si è dimostrato un incapace". È proprio la storia di un amore finito. Ma Veronesi si attacca a una certezza: "Il mio invito è uno solo: effettuare una scelta tra continuità e cambiamento". E per lui il cambiamento, tramontato il sogno del Terzo Polo, si chiama Mario Pardini. Anche se questo significa perdere un posto in consiglio comunale.

Sulla stessa linea, come prevedibile, il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro: "Voto Pardini, è lui il cambiamento. Una persona seria: apprezzo il suo progetto politico, legato in parte al civismo e penso che possa essere un’opportunità importante per la città".

Mentre Veronesi annunciava la sua decisione, Calenda con un tweet si schierava con Raspini contro l’estrema destra. A ufficializzare il tutto è poi arrivata una nota congiunta di Azione, +Europa e Italia Viva che prendono le distanze dall’intervento "non concordato, tantomeno condiviso" del loro ex candidato e, al di là della progettualità, spiegano che il motivo della loro scelta è un altro. "Mai avremmo potuto appoggiare una coalizione guidata dall’estrema destra, populisti e negazionisti - scrivono - avremmo contravvenuto a tutti i nostri principi e ideali". Principi e ideali che in realtà sono pure di Veronesi, anche per quella che è stata la sua vita familiare. Lo ha ricordato ieri, ribadendo pure la sua lontananza dagli estremismi. Gli stessi che poi dice di non vedere intorno a Pardini. Anzi, secondo lui sarebbero "grimaldelli utilizzati fuori dalla storia per spaventare l’elettorato". Eppure, al di là della storia, dire che accanto al civico Pardini c’è anche l’ultradestra (o estrema) oltre a tutto il resto, non è certo fare dietrologia.

Teresa Scarcella