“Vand’arivavano ’ttauci“. Un nuovo sonetto di Alessandro Meschi

L'articolo descrive la vita quotidiana in un paese toscano attraverso personaggi tipici e situazioni comiche e drammatiche.

VAND’ARIVAVANO ‘TTAUCI

Vando le ghiove, i tauci pastoroni,

i truccignotti, i mauri, i contadini,

veniano a prende ‘l garbo co’fforconi,

io li beccavo in piazza Bernardini.

‘Un mi poteo sbaglia’: davanti al Pesi;

ni garbava ‘omprassi robba bona,

‘n dove si vestivano ‘llucchesi.

Lu’ rubizzo, la moglie ‘na chiattona,

co’ffiglioli di dietro, ‘on vella voce

‘e passava settemura, da storditti;

il risaton sguaiato, grasso, atroce,

e ‘un ni riusciva mai sta’ ‘n popo’ zitti.

Con la ‘ommessa era u’ ruga’ feroce.

E a ore lì allo spécchio, belli ritti:

volevano ‘ncigna’ per Santa Croce.