Arriva il vaccino per Lina. L’Asl risponde all’appello

La signora ha 96 anni e non aveva avuto la prima dose di Pfizer-BioNTech. Massimo Raffanti, suo figlio, aveva affidato lo sfogo al nostro giornale

La signora Lina con il figlio

La signora Lina con il figlio

Lucca, 29 aprile 2021 -  Novantasei anni compiuti non bastano per “meritarsi“ il vaccino anti-Covid. Per fortuna, da ieri, la frase è da declinare al passato. La signora Lina di San Ginese di Compito, mamma di Massimo Raffanti, giornalista molto conosciuto, finalmente è stata chiamata dal medico per la prima dose tanto attesa. Del caso ci eravamo ampiamente occupati nel giornale di domenica, un caso che – ci auguriamo – sia per qualche motivo del tutto eccezionale.  

«Sono sopravvissuta alla alla guerra mondiale – aveva dichiarato la signora Lina a La Nazione – e adesso avrò pure la mia bella età, ma non vorrei oltremodo rischiare per questo flagello. Sapete dirmi quanto devo aspettare ancora per il vaccino?". In queste settimane, mesi, le sono passati avanti un po’ tutti, più giovani di lei ovviamente, e anche classi di popolazione non certo così esposte al rischio di pesanti conseguenze in caso di contagio. Il lieto fine c’è: “Mi vaccinano a casa oggi pomeriggio“, ci fa sapere la signora. Probabilmente si tratta delle unità Asl che si muovono al domicilio dei pazienti su indicazione dei rispettivi medici di famiglia.  

L’appello diffuso dal nostro giornale ha sortito gli effetti sperati. L’Asl in realtà era già passata al domicilio della signora, a San Ginese, il 19 aprile scorso, ma non trovando nessuno se ne erano andati. “Mia madre può non aver sentito – dice Massimo Raffanti –, va detto che la modalità del campanello per una signora che ha 96 anni non è proprio l’ideale. Capisco che il trasporto del vaccino Pfizer è complesso, ma è anche vero che nessuno ci aveva contattato preventivamente e ho poi scoperto che non esiste un numero telefonico per ricevere notizie su una nuova visita. Comunque tutto è bene ciò che finisce bene“. Vaccino Pfizer fatto, in prima dose, e la seconda va da sé, tra circa 20 giorni, stavolta senza più attese nè imprevisti.