Un “maestro“ del trasformismo Dal Pd a FdI nel giro di tre anni

Veronesi si era candidato con i democratici alle regionali toscane, poi aveva appoggiato il candidato del centrosinistra a Milano Beppe Sala e, a giugno scorso, si è candidato sindaco a Lucca col terzo polo

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Persino scontato citare il più celebre precedente, quello di Gabriele d’Annunzio, che nel 1897 passò dai banchi della Destra a quelli della Sinistra (per poi comunque effettuare altre giravolte politiche più avanti) in risposta alle leggi liberticide del governo Pelloux, ma certo il passaggio di Alberto Veronesi nelle file di Fratelli d’Italia alle Regionali lombarde fa notizia.

Anzi, per quanto sia avvenuto con una serie di tappe intermedie, il salto di trincea del Maestro – ora contestato presidente del Comitato per le Celebrazioni Pucciniane (nominato da Mario Draghi) e della Fondazione Puccini (nominato dal sindaco di Lucca Pardini) – fa molto rumore. Eccome se fa rumore.

Nemmeno tre anni fa Veronesi da iscritto al Pd si era candidato alla Regionali in Toscana al fianco di Eugenio Giani, e a Viareggio si era reso protagonista di un vero e proprio show durante la visita elettorale del leader leghista Matteo Salvini in appoggio alla candidata alla presidenza del centrodestra Susanna Ceccardi. Arrampicatosi durante il minicomizio di Salvini con tanto di abbigliamento da uomo sandwich, aveva contestato le parole del leader leghista.

"Mi sono avvicinato pacificamente al palco e, gandhianamente, – aveva dichiarato alla stampa – ho loro ricordato che questa è terra di civiltà. Non si strizza l’occhiolino ai fascisti e non si scherza sull’antifascismo come fanno il leader della Lega e la sua candidata alla presidenza della Toscana che, pochi giorni fa, aveva dichiarato il ‘non senso’ a definirsi oggi antifascisti. Il fascismo si batte soltanto attraverso la conoscenza e la cultura, non dimenticando o sminuendo la storia".

L’anno successivo, non eletto in Regione, Veronesi si candida a Milano in appoggio al sindaco di centrosinistra uscente Beppe Sala che viene confermato, ma anche stavolta il Maestro resta fuori. E sempre nel 2021 prova, da iscritto al Pd milanese, a partecipare alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco a Lucca. Niente da fare: Veronesi non giocherà la partita che sarà tra Ilaria Vietina e Francesco Raspini. Ma per Veronesi la strada politica si è chiusa solo temporaneamente.

A inizio 2022, l’anno delle comunali a Lucca, il Terzo Polo, falliti i tentativi di far candidare Giorgio Del Ghingaro, rivolge proprio a lui le attenzioni e lo individua come candidato sindaco.

"Serve un cambiamento dopo 10 anni di immobilismo – spiega Veronesi, altri cinque anni così e Lucca è definitivamente abbattuta. L’attuale amministrazione è stata solo in grado di attuare una pura e semplice gestione burocratica", le sue parole all’atto della presentazione della candidatura dove non risparmia dure bordate al Pd. Sarà l’inizio di un nuovo percorso ma anche di un equivoco. Un equivoco che si chiarirà al turno di ballottaggio, quando Veronesi, coerentemente con quanto detto nella prima fase della campagna elettorale (dove più volte aveva definito come prioritaria la sconfitta del Pd) finisce per scegliere di appoggiare il candidato del centrodestra Pardini.

Azione e Italia Viva, ma soprattutto il leader nazionale di Azione, Calo Calenda, che uso parole di fuoco quando si trattò di prendere le distanze da Veronesi che, a qual punto, decise di andare avanti da solo al fianco di Pardini.

Una volta vinto il ballottaggio, finirà per avvicinarsi sempre di più al centrodestra, invitando a votare alla politiche proprio Fratelli d’Italia. Ora, la candidatura come consigliere regionale in Lombardia proprio nel partito di Giorgia Meloni, mentre le polemiche sulla sua gestione del Comitato non accennano a diminuire.

Fabrizio Vincenti