
Cinque anni fa ieri, il 28 luglio 2016, scompariva il maestro Antonio Possenti. Pubblichiamo oggi un ricordo tratteggiato per noi da Pier Ugo Bernardini.
Con la scomparsa di Antonio Possenti cinque anni fa, il 28 luglio 2016, la pittura contemporanea perdeva uno tra i massimi esponenti, un grande artista “di fantasia” celebrato in Italia e nel mondo; e i lucchesi un personaggio di successo generalmente stimato ed amato, da tanti anni così piacevolmente presente e incombente anche nella quotidianità del nostro microcosmo provinciale. Tutti o quasi oramai sapevamo quali erano stati i suoi due grandi desideri giovanili, poi brillantemente realizzati, determinanti per il suo avvenire: uno di avere lo studio all’Anfiteatro, fin da quando, studente, passava rapito dalla kermesse popolare e folcloristica di quella piazza, e l’altro quello di fare il pittore, decisione finale sulla quale probabilmente influì la sua famosa visita nel 1957 a Marc Chagall in Costa azzurra.
Si può dire che ebbe inizio da qui la meravigliosa avventura artistica di Antonio Possenti in una vita dedicata alla pittura, con una costante evoluzione di contenuti, forme e colori, sempre più preziosi e coinvolgenti! Ci ha lasciato la bellezza della sua vasta e variegata produzione visibile un po’ ovunque: olii su tela, legno o cartone, pastelli, guaches, ma anche copertine di libri, cartelle di litografie e le più varie composizioni. Ci resta, inconfondibile, la cifra del suo stile personalissimo dal cromatismo sempre più ricco e prezioso ad adornare il suo universo fantastico, narrato in un flusso inarrestabile di fantasia, di ricordi, di riferimenti, con quel suo sorriso un po’ ingenuo e un po’ sornione, bonariamente ironico, del ragazzo curioso, attonito e partecipe di fronte al mistero dell’esistenza!
Molteplici e imprevedibili le sue fonti di ispirazione: un testo letterario classico piuttosto che un personaggio storico o artistico, l’animata atmosfera di un bosco o una marina popolata dai più svariati e fantastici animali, pesci sulla battigia, balene semisommerse, figure umane in fuga o l’alchimia di una sciamano, ecc.; tutti elementi di quell’ immenso caleidoscopio di fantasia e di cultura classica che gli è appartenuto fino da giovanissimo. Emozioni pittoriche peraltro mai trattate con toni troppo solenni e prive di celebrazione retorica. “….in fin dei conti si tratta di quadri, tele bianche da riempire…!” soleva dire.
La sua ultima mostra, dove purtroppo non potè partecipare, fu a Castelnuovo Garfagnana presso la fortezza di Mont’Alfonso, sul tema dell’Orlando Furioso. Ma erano già tanti anni che le sue mostre trovavano accoglienza nelle più prestigiose locations pubbliche, con la migliore visibilità cui un artista potesse aspirare: il Grand Palais a Parigi, il Palazzo Pubblico a Siena, il Vittoriano a Roma, la Reggia di Caserta, ecc.; a Firenze nientemeno che a Palazzo Pubblico, a Palazzo Pitti e alle Reali Poste degli Uffizi nel 2000, un’ esposizione dedicata al poeta Rimbaud che ebbe la recensione memorabile del grande Antonio Paolucci. Il noto critico immaginava l’esistenza di una “Nave dei folli” nel mare della storia dell’arte, al di fuori delle rotte o correnti consuete in assoluta libertà di pensiero; tra i componenti dell’equipaggio , tutti nomi di assoluta grandezza, Bosch , Breughel, Arcimboldi, Bacon, Chagall e addirittura Goya, secondo Paolucci trovava un posto d’onore anche il nostro Possenti con la sua pittura dal cielo stupefacente dove tutto può accadere!
Nel 2004 Antonio volle sfatare il proverbiale “nemo profeta in patria” con una mostra indimenticabile a Palazzo Ducale dedicata proprio al patrimonio storico culturale di Lucca coi personaggi, i luoghi, gli avvenimenti più significativi della nostra storia antica e recente, delle leggende, della religiosità. “Vademecum per il viaggiatore solitario” era il titolo della rassegna: forse mai la storia di Lucca è apparsa tanto affascinante!
Pier Ugo Bernardini