REDAZIONE LUCCA

Trattori in piazza ”Senza agricoltura l’Italia muore. No al Green Deal”

Oltre 50 mezzi agricoli hanno sfilato da Capannori a Lucca per protestare contro le misure che danneggiano il comparto.

"Una nazione senza agricoltura non va da nessuna parte". Questo l’urlo degli agricoltori che nella mattinata di ieri si sono uniti alle proteste di tutta Italia per salvare l’agricoltura locale.

In Lucchesia sono partiti da Capannori, in piazza Aldo Moro, dove ha sede il Comune, sesssanta trattori che hanno sfilato fianco e fianco fino a Lucca. Il corteo dei mezzi agricoli ha attraversato la zona del casello autostradale di Capannori, la via Romana, per proseguire in via Pesciatina e in viale Marconi a Lucca, concludendosi in piazzale Don Baroni. Creando problemi di traffico per gran parte della mattinata sulle principali arterie della piana.

Accompagnato dalle volanti della polizia, il serpentone di trattori è arrivato al capolinea ha alzato la voce per un’unica consapevolezza "dobbiamo salvare il nostro cibo, prima che l’agricoltura muoia".

La lotta ai costi troppo alti che vengono imposti e alla, deludente, proposta del ‘Green Deal’, si unisce allo stop dei contributi che minacciano la coltivazione dei terreni e ai cibi sintetici che producono un effetto negativo su tutto il comparto dell’agroalimentare. Come avevamo già sottolineato, nel mirino della protesta oltre alla riprogrammazione del ‘Green Deal’, cioè, la revisione completa della politica agricola europea in chiave ambientalista, ci sarebbero la carne coltivata, le farine d’insetti, le tasse, il gasolio e la svendita dei terreni. Gli agricoltori vorrebbero vietare l’importazione di prodotti agricoli provenienti da paesi dove non sono in vigore le nostre regole produttive e soprattutto, quelle sanitarie.

"I sindacati non ci aiutano, ci dobbiamo fare forza da soli, per questo ci siamo mobilitati. Ci accodiamo a tutta Italia e a tutta l’Europa, che si è mossa in questi mesi. Chiediamo alla comunità europea di fare un passo indietro su scelte assurde - Alessandro Cassettari, produttore agricolo di Lucca, - non ci stiamo più con i costi. I cereali sono a livelli minimi storici e vogliono toglierci anche le agevolazioni sul gasolio agricolo. Qui noi non stiamo più in piedi".

Si sente forte il malcontento generale.

"Le cose che importano da fuori sono di cattiva qualità, è inutile negarlo – sostiene Carlo Incrocci – Noi coltiviamo le cose migliori, anche per la salute. Purtroppo però invece di consumarle, darle ai nostri concittadini, vengono esportate chissà dove, per farci acquistare quelle di qualcun altro".

Forte la preoccupazione sul futuro dell’agricoltura. "Abbiamo il grano buono, - continua Incrocci - ma vendiamo quello importato che è stato per giorni stipato nelle navi. Le persone non sanno cosa succede alle aziende agricole e ai prodotti che vanno sulle loro tavole".

"Ci vogliono portare a produrre farina di cavallette - ci spiega Francesco Pracchia - e carne sintetica, solitamente fatta con le cellule staminali degli animali, capisce bene che non riusciamo a vederci niente di buono, ne per noi e tantomeno per i consumatori". Il corteo e le proteste sono volte a sensibilizzare la popolazione, per riuscire a renderla consapevole e cosciente di ciò che accade. Non si ferma tutto a ieri però, perché per il 30 gennaio è infatti in programma un nuovo presidio.

"Noi protestiamo per cambiare le cose, - dicono Dario Castori e Andrea Pasquinelli - per far fronte comune contro la politica europea che vuole sopraffarci, accettando delle condizioni, per noi assurde". "Non ci sono più entrate effettive, zero guadagni. - dicono Roberto Pollastrini e David Mattiello - Le materie prime costano troppo e i nostri prodotti vengono rivenduti più ribassati che mai. I contributi sono quasi a zero, e i prezzi del gasolio alle stelle. Per non parlare dei cinghiali che invadono i terreni, distruggono e fanno grandi danni".

Rebecca Graziano