PIERO CECCATELLI
Cronaca

Tessieri, le mattonelle delle meraviglie

Lucca, la storica fabbrica apre a nuovi soci per continuare la tradizione

Marco Pierallini, Alessandro Mennucci, Manuel Vellutini

Lucca, 9 marzo 2019 - Piccole opere d’arte, lavorate con dedizione assoluta ma destinate a finire sotto i piedi, sfidando il tempo. Sono i prodotti di Tessieri, la fabbrica di pavimenti forse più piccola al mondo con appena quattro operai, dove tutto riporta al passato: dal laboratorio con pochissimi macchinari e animato da infinita e sapiente manualità, ai cataloghi delle collezioni che risalgono al 1914 e al 1927 e vengono mostrati in originale. Perché da allora, Tessieri ha continuato a produrre gli stessi esemplari di mattonelle in graniglia o cementino, con decorazioni monocrome o liberty, impreziosendo poche ma selezionate dimore. Di politici e vip a vario titolo. Bernardo Bertolucci e Roberto Benigni, i nomi che trapelano. Il terzo cliente si deduce da un’inserzione pubblicitaria di Gucci, sui giornali del 2008. Gli altri nomi sono serbati in cassaforte, assieme alla formula con cui s’impastano i colori. Tessieri e il suo piccolo stabilimento dagli scorci protoindustriali, incastonato fra ville e villette di Borgo Giannotti sta per intraprendere una seconda vita, dopo quella iniziata nel 1902 per mano di Alfredo, il capostipite emigrato da Pisa. Fertile non solo di idee, visto che ebbe dieci figli da tre mogli, Alfredo ebbe subito fortuna come dimostra il premio ricevuto nel 1912. I suoi eredi hanno conservato la fabbrica com’era, fino al 2017 quando l’anziano Francesco chiese a Piergiorgio, figlio di un cugino, di proseguire l’attività nel cognome di famiglia. Piergiorgio Tessieri, che lavora in campo pubblicitario, ha chiesto aiuto a tre amici industriali disposti a reinvestire a Lucca proventi a Lucca realizzati. Si tratta di Alessandro Mennucci, ad di Toscotec, macchinari all’avanguardia per produrre la carta tissue e di Marco Pierallini e Manuel Vellutini, vicepresidenti di Tagetik, ramo software per ufficio, passata due anni fa agli olandesi di Wolters Kluwer.

Piergiorgio mantiene la maggioranza; gli altri hanno il 16% a testa. Vietato parlare di business. "Passione, amore, rispetto per la storia» sono le parole sulla bocca dei tre nuovi soci, incantati da quello scrigno di piastrelle realizzate su ordinazione e con lotti affidati a una sola mano. «Che se si cambia decoratore – racconta Demetrio Cutrupi, direttore tecnico – poi ci se ne accorge". Come accadeva fra i ragazzi di bottega degli antichi pittori.

Chiamati a parlare di affari, i tre industriali rivelano di voler trasportare Tessieri nel 21° secolo per la comunicazione, la rete di vendita, la collaborazione richiesta a grandi interior designers, perfino con l’introduzione negli uffici dei computer, ad oggi assenti. Tutto il resto sarà lasciato nel beato Novecento. Dall’altissima qualità dei prodotti alla strenua formazione cui saranno sottoposti i tre-quattro operai che s’intendono assumere, sotto l’ala degli attuali decoratori, il più giovane dei quali ha trent’anni di anzianità aziendale.

Obiettivi finanziari? 500mila euro di fatturato nel 2019. Da raggiungersi con piastrelle dal prezzo variabile fra i 3 e i 5 euro l’una se monocolori e dai 10 a i 15 euro, se disegnate. "Non importa farci un’intera stanza, va bene pure un “tappetino” con cornici in legno o ceramica", spiega Tessieri.

Per chi non comprerà, un’ala della fabbrica diventerà museo. Perché, camminarci sopra o no, saranno pur sempre opere d’arte.