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Sveva, 13 anni E già campionessa “Mi sono accorta di aver vinto solo quando ho sentito gli applausi“

La triatleta Bertolucci ha vinto a Lucca il titolo italiano di ciclismo nella categoria esordienti

Sveva, 13 anni E già campionessa “Mi sono accorta di aver vinto solo quando ho sentito gli applausi“

Un successo che per la tredicenne lucchese – già vincitrice di sei gare stagionali e con due secondi posti all’attivo – è la conferma di essere una delle atlete più promettenti nel panorama giovanile italiano. La sua vittoria, oltretutto ottenuta in casa, ha reso l’evento ancor più speciale, anche per il gruppo sportivo Capannori organizzatore dell’evento, dimostrando come la determinazione e l’impegno possano portare a grandi risultati.

Sveva Bertolucci (nella foto), lucchese, ha tredici anni e pratica tre sport che insieme ne fanno un quarto: ciclismo, corsa e nuoto, vale a dire triathlon. Ad appena tredici anni, ha già dimostrato di possedere una forza di volontà e una disciplina straordinarie, qualità che sono fondamentali per emergere nel mondo dello sport. La sua capacità di eccellere in tre discipline diverse è un segno evidente della sua versatilità e del suo talento innato.

La sua recente vittoria nel ciclismo, aggiungendosi ai successi in altri sport, la consolida come una delle giovani atlete più promettenti del panorama italiano. Sveva stessa, con la sua modestia e il suo approccio senza fronzoli, rappresenta un esempio di come la passione e il lavoro duro possano trasformare i sacrifici in grandi soddisfazioni. Guardando al futuro, la sua attenzione rimane concentrata sulle prossime sfide, riflettendo la determinazione di una vera campionessa in erba.

Abbiamo deciso di farci raccontare qualcosa di lei, entrando nell’inconsapevolezza del suo talento e nella timidezza della sua adolescenza.

Da quanti anni pratichi questo sport?

"Il ciclismo non è l’unico sport che pratico. Faccio atletica con la Virtus, nuoto con la Tirrenica nuoto Viareggio e da quando avevo nove anni il triathlon con il Livorno triathlon. Da due anni mi sono concentrata sul ciclismo, ma in realtà, già mi allenavo in mountainbike per le gare di triathlon. No, a dir la verità non è sempre stata la mia passione. Tutto è nato dal triathlon, quando mi allenavo con la bici da strada, dove mi sono sentita subito a mio agio. Mi piace la salita, e questo ha aiutato tanto nella gara di sabato, e da quest’anno mi diverto tantissimo anche in discesa".

Quanto tempo passi ad allenarti?

"Se si parla di ciclismo, i miei allenamenti non sono molti. Solo che sommandoli a quelli del nuoto e della corsa diventa tutto abbastanza impegnativo. Però credo che con la passione gli sforzi diventino piacevoli, e quindi non è faticoso per me sostenere questi ritmi".

Com’è stato vincere? Ha ripagato tutti i sacrifici?

"Sabato ho vinto e non me ne sono nemmeno resa conto. Io quando pedalo non penso a niente, solo ad arrivare al traguardo, e così ho fatto: ho pedalato finché non ho tagliato il traguardo, poi quando ho sentito gli applausi ho capito di aver vinto. È stato bellissimo. Ricevere la maglia tricolore ripaga tutti i sacrifici che io e i miei genitori facciamo tutti i giorni".

Dove ti vedi tra qualche anno?

"Al momento non penso al futuro, penso a fare bene le gare vicine. E soprattutto cercando sempre di fare il massimo e di ottenere il migliore risultato in ognuna di queste".

Hai un idolo a cui aspiri?

"Nel ciclismo il mio idolo è Pogacar, perché è un attaccante nato, mi piace come stacca tutti in salita e perché è simpatico anche quando scende dalla bicicletta".

Rebecca Graziano