REDAZIONE LUCCA

“Si vendono sogni E viaggi low cost“

"Chiamateci venditori di sogni. E cos’altro potremmo essere in questo momento che ci chiudono il mondo, nemmeno una vacanza a Viareggio si può vendere“. Renza Petroni esprime tutta la rappia di una categoria lasciata gomme a terra: “Lo so io a chi farei un biglietto di sola andata, ma per un paese molto lontano“. Ma non molla, tanto è vero che in questo difficilissimo periodo ha comunque tenuto aperta la mattina la storica agenzia di viaggio Oasis subito dentro Porta San Pietro.

“Si cerca di offrire comunque un servizio pubblico, di non spengere la speranza di poter tornare a muoversi in libertà. I clienti si informano anche per sognare, molti prenotano anche per i viaggi in primavera o per l’estate, sempre garantiti dalle assicurazioni Covid per gli eventuali rimborsi. In questo modo – fa sapere Renza – colgono le migliori opportunità di prezzo. Dove vanno? Niente tour, solo viaggi individuali e spazi aperti. E allegria. Quindi Caraibi, Maldive, Polinesia“. Anche le navi da crociera si sono dovute fermare. “Non se ne comprende il motivo. Erano sicurissime, tampone prima di salire a bordo e tutto igienizzato. Poi dovremo pagare il prezzo di tutto questo, compresi treni, bus e voli fermi, e sarà un bagno di sangue“.

“Il nostro settore è allo stremo – sottolinea la titolare di Oasis – e il Governo non ci riconosce un soldo. Con le promesse non si mangia. Abbiamo rifatto due volte, inutilmente, la richiesta per ottenere i ristori e le nostre dipendenti vedono ora la cassa integrazione di maggio. Non si va avanti a parole e a iniziative spot come il bonus biciclette. Per far ripartire il sistema bisogna sostenere chi produce“. E le proposte non mancano: “Potevano pensare a creare corridoi protetti per gli Stati Uniti, Mar Rosso, Bangkok. Per le navi da crociera stesse. C’è paura, sì, ma bisogna vivere e anche sopravvivere economicamente a questo virus. E’ inutile regalare soldi spot a caso, serve una spinta vera per la ripresa. Ho voluto restare aperta, e continuerò a farlo, anche se avrei guadagnato di più a bloccare le spese chiudendo. Ma la speranza è uno dei grandi motori della ripartenza“.

Laura Sartini