GIULIA PRETE
Cronaca

Scritte Free Palestine. Vandalizzata l’opera di Davini per Pantani

L’amarezza dell’artigiano: ”Il mio era stato un gesto di amore“

La scritta Free Palestine fatta con vernice spray sopra l’opera di Davini per Pantani

La scritta Free Palestine fatta con vernice spray sopra l’opera di Davini per Pantani

Doveva essere una giornata di festa, e per molti lo è stata. Ma il passaggio della tappa del Giro d’Italia, che ieri ha attraversato le vie di Lucca tra applausi, bandiere rosa e il tifo caloroso di migliaia di persone, non sono mancati momenti di tensione. Accanto al clima sportivo e gioioso, la città è stata teatro anche di proteste e azioni dimostrative legate alla drammatica situazione in Medio Oriente.

In alcuni punti del percorso, e in particolare lungo il tragitto che ha accompagnato i ciclisti dentro e fuori le mura, sono comparse scritte spray con la frase "Free Palestine". Una protesta non autorizzata, che si è sovrapposta al presidio ufficiale e pacifico organizzato dal Forum per la Pace per chiedere il cessate il fuoco.

Tra i simboli colpiti, anche un’opera realizzata da Marco Davini, falegname e artigiano. Nei giorni scorsi, Davini aveva voluto rendere omaggio a uno dei campioni più amati, Marco Pantani, con un’installazione in legno collocata proprio davanti al suo laboratorio, nei pressi del Polo Fiere. L’installazione raffigura il Pirata intento a scalare una salita, in sella alla sua bicicletta e con la caratteristica bandana a coprirgli il capo: un gesto simbolico, pensato come tributo alla memoria di Pantani e come regalo per la città e per i tanti tifosi accorsi ad assistere alla tappa.

"È stato un gesto che mi ha colpito profondamente, anche perché si tratta di una proprietà privata – ha commentato Davini – Era un’opera realizzata con amore, con il solo intento di celebrare il Giro e la figura di Pantani. La vernice è stata rimossa in fretta, ma resta l’amarezza".

Anche se il messaggio alla base della protesta richiama un tema di forte impatto umanitario, il gesto ha acceso un dibattito sul limite tra espressione di dissenso e rispetto degli spazi comuni e privati. Sui social le reazioni non si sono fatte attendere, con decine di commenti che si sono divisi tra chi ha condannato l’atto vandalico e chi ha invece colto l’occasione per rilanciare l’attenzione sulla causa palestinese.

Giulia Prete