Samuel Colt è stato l’inventore della moderna rivoltella, un’arma capace di sparare venti colpi al minuto contro i tre delle precedenti pistole. Era un uomo di rara intelligenza, ma ahimè, cascò purtroppo nella diseducazione alimentare tipica dell’Ottocento negli States. Gli americani sono sempre stati affezionati alla carne; tornò infatti comodo a loro, appena invasero l’America, attingere ad un cibo eccezionale a costo zero: i bisonti.
Questi animali prima dell’arrivo dei bianchi erano il pasto principale dei pellerossa; poi ci fu lo sterminio. Si calcola che nel Settecento ogni americano mangiasse quattro chili di carne alla settimana; sterminati i bisonti (e ridotti alla fame gli indiani) iniziarono gli allevamenti intensivi nei Ranch; e la carne è stata (e lo è ancora) il pasto principale degli Yankee. E nemmeno a persone istruite come Samuel Colt venne in mente che quella alimentazione era lesiva.
Eppure ad avvisarlo era stato proprio il nostro eroe Giuseppe Garibaldi di cui era grande ammiratore tanto da regalargli ben cento pistole. Nel 1860 l’Eroe dei due mondi aprì un ristorantino (e una fabbrica di candele) a New York con il fiorentino Antonio Meucci l’inventore del telefono; erano entrambi poveri e quindi l’alimentazione era molto sobria tipica delle campagne italiane. Samuel Colt ci andava spesso, ma disdegnava sempre le zuppe toscane prediligendo le bistecche alla fiorentina, capolavoro culinario del fiorentino Meucci.
Ben presto però a Colt fu diagnosticata la Gotta, patologia devastante che lo portò velocemente a morte alla giovane età di 48 anni. Prudenza quindi nei cibi carnei soprattutto la selvaggina. Molta gente crede che mangiare lepri, fagiani e cinghiali sia salutare, vista la loro vita all’aria aperta; ma così non è; questi animali selvatici continuamente in movimento, sviluppano una potente muscolatura senza un filo di grasso; una fetta di cinghiale quindi sarà il prodromo di un attacco di gotta vista la quantità immensa di proteine che essa fornisce.