Rimossa a Lucca l’opera di Pierotti "Non mi hanno mai interpellato"

Lo scultore pietrasantino l’aveva modificata con un blitz "Location sbagliata, valuterò eventuali azioni legali"

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Doveva celebrare la fuga e l’emigrazione dei lucchesi nel mondo, andando “Oltre le radici“ come recita il titolo della scultura realizzata dall’artista pietrasantino Stefano Pierotti e finita al centro di una polemica giunta mestamente al capolinea dopo quasi tre anni. Alla fine a fuggire sarà la stessa opera dopo la decisione del comune di Lucca di rimuoverla dalla rotatoria di piazzale Boccherini, accogliendo così la richiesta della Fondazione Cassa di risparmio di Lucca, che la scorsa primavera aveva intimato a Pierotti di cancellare le scritte di protesta impresse dall’artista, pena la rimozione. Come molti ricorderanno, Pierotti aveva contestato la location in quanto considerata fuori mano e lontana dal centro storico di Lucca.

Una protesta culminata il 17 maggio 2021 in un blitz durante il quale l’artista staccò alcune foglie dell’opera e scrisse la celebre frase di Pasolini “Oggi è domenica, domani si muore“. Poi ci fu un secondo blitz perché qualcuno cancellò in parte la scritta e Pierotti, che aveva criticato anche il catalogo relativo all’opera, la ripristinò usando però della vernice rossa. Ora l’epilogo, di fronte al quale l’artista allarga le braccia non escludendo eventuali strascichi giudiziari. "Le cose che dovevo fare e dire – sottolinea – le ho già fatte e dette a suo tempo. Valuterò se ci sono i margini per un’azione legale, ma se vogliono togliere l’opera facciano pure, a me non cambia nulla. In questi anni non hanno pensato a niente per riqualificarla e con me non c’è stato nessun dialogo né chiarimento. Non sono mai stato interpellato dalla nuova amministrazione comunale, che evidentemente si sente forte del proprio potere dimostrando come l’arte sia ormai anestetizzata dalle istituzioni. La lettera della Fondazione Crl, con l’ultimatum sulla scritta, risale allo scorso marzo: dissero che l’avrebbero tolta ma hanno fatto passare cinque mesi. Visto quel che è successo nei riguardi miei e dell’arte in generale – conclude l’artista pietrasantino – non solo rivendico i miei blitz, ma mi sento indifferente a ciò che è successo. In quella rotonda nessuno si poteva fermare per ammirarla o farle una foto. E’ rimasta per due anni in quelle condizioni, ho lottato per una questione di dignità. L’anno scorso non l’ho vandalizzata: l’ho modificata affinchè urlasse il mio disagio di fronte a ciò che ho dovuto subire e anche Vittorio Sgarbi, in un’intervista a La Nazione, disse che avevo fatto bene a compiere quel gesto".

d.m.