Rifiuti tessili, si punta a un centro di selezione

Capannori è il primo comune italiano a sperimentare la raccolta porta a porta di abiti usati, ieri il riconoscimento per il progetto

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Dopo i pannolini e gli assorbenti la nuova frontiera per difendere l’ambiente è rappresentata dai rifiuti tessili. Capannori è stato il primo Comune italiano dove, sia pure a livello sperimentale, è partito questo servizio per il ritiro porta a porta degli abiti usati, per il momento con cadenza bimestrale e che impegna sei frazioni, oltre al capoluogo: Paganico, Tassignano, Santa Margherita, Lunata, Carraia, Pieve San Paolo.

Ieri in conferenza stampa sono stati presentati i primi risultati in occasione della Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti: il Municipio di piazza Moro ha anche ricevuto un riconoscimento in merito (nella foto la consegna della targa). Il Comune insieme ad Ascit, Centro di Ricerca Rifiuti Zero e Rete dei comuni sostenibili, ha deciso di fare il punto sul ruolo svolto dai comuni nello sviluppo delle soluzioni circolari.

Presenti alla conferenza stampa il sindaco Luca Menesini, l’assessore Giordano Del Chiaro, il coordinatore del Centro di ricerca Rifiuti Zero Rossano Ercolini, Maurizio Gazzarri per la rete dei comuni sostenibili e alcuni rappresentanti dei più noti centri di riuso del territorio.

"Da un’analisi compiuta sui materiali presenti nei sacchi ‘grigi’ è emerso che i rifiuti tessili a Capannori rappresentano il 15% della frazione indifferenziata. Abbiamo deciso di sperimentare la raccolta porta a porta dei vestiti usati e dei rifiuti tessili che grazie ai buoni risultati fatti registrare, dal prossimo anno diventerà strutturale - ha spiegato il sindaco Luca Menesini - questo è per noi il primo passo per dar vita a una soluzione circolare per il tessile sul nostro territorio".

Rossano Ercolini di “Rifiuti zero“ ha aggiunto che le fibre plastiche contenute nei tessuti finiscono nelle lavatrici e poi in mare, facendo danni incredibili all’ambiente che ci circonda e quindi all’essere umano . In ogni caso si pensa anche allo smaltimento.

Il progetto interesserà uno stabilimento con superficie coperta di circa 2mila metri quadrati con la capacità tecnologica di individuare le diverse fibre e di condurle in linee distinte di trattamento primario. Dopo ci sarà una fase di prima sanificazione e il successivo imballaggio per la spedizione verso impianti di riciclo.

Il centro, secondo i report, avrebbe una capacità di trattamento di circa 6500 tonnellate all’anno.

Massimo Stefanini