REDAZIONE LUCCA

Rapina a due quindicenni, arrestati un ventenne e tre minori / VIDEO

Una delle vittime aveva avvicinato gli aggressori per acquistare hashish. "Pochi dieci euro". E scatta la rapina col coltello, seguita da minacce anche via Instragram, con una vera e propria "strategia del terrore"

Le armi sequestrate al capo della banda dalla polizia

Lucca 12 novembre 2020 - Quattro giovani (un ventenne e tre minori) sono stati arrestati dalla squadra mobile della questura di Lucca con l’accusa di rapina aggravata ai danni di due minorenni di quindici anni, effetuata in centro storico, a ridosso delle mura urbane.

I tre minorenni, tutti italiani e senza precedenti, sono stati sottoposti alla permanenza in casa, misura equivalente agli arresti domiciliari con ordinanza del gip presso il tribunale dei minori, su richiesta del procuratore Antonio Sangermano della procura minorile. Custodia in carcere per il maggiorenne, Ed Dahby Anouar, marocchino di vent'anni, su richiesta del sostituto procuratore Elena Leone della procura di Lucca e ordinanza firmata dal gip Aracri.

Il momento in cui i pusher invitano i ragazzi ad appartarsi per vendere l'hascisc
Il momento in cui i pusher invitano i ragazzi ad appartarsi per vendere l'hascisc

I fatti risalgono al 7 ottobre scorso. Due ragazzi passeggiano a ridosso del baluardo San Colombano. Uno dei due, interessato ad acquistare hashish, si avvicina ad un gruppetto di coetanei che potrebbe averne disponibilità. Il gruppo, capeggiato da Ed Dahby Anouar invita i due ad appartarsi nella sortita di via San Girolamo. Uno del gruppetto sfila dal calzino un tocchetto di hashish e chiede al ragazzo interessato quanta droga intenda acquistare. L'acquirente risponde: dieci euro. Lo spacciatore pretende che ne acquisti di più. Gli chiede quanti soldi abbia in tasca e la stessa domanda, con tono minaccioso, rivolge all’altro ragazzo. Partono i primi schiaffi e gli strattonamenti violenti.

Alle resistenze dei due a consegnare il denaro - “io con quei soldi ci devo mangiare, me li ha dati la mia mamma!” - il maggiorenne tira fuori un coltello e lo punta alla gola di una delle vittime, che porterà il segno sul collo per diversi giorni.

Sottratti dalle tasche dei due 60 euro, il gruppo, dopo averli minacciati di ritorsione qualora avessero denunciato i fatti, si allontana.

Le due vittime, accompagnate dai genitori, denunciano la rapina in questura; non conoscono i rapinatori, se non di vista.

Per la rapina del 7 ottobre, gli investigatori vanno alla ricerca di filmati delle telecamere comunali. Il gruppetto dei rapinatori fa ingresso in città alle 14:26 e viene visto allontanarsi ed appartarsi con le vittime alle successive 15:10.

Una delle vittime, dopo la denuncia riceve un messaggio minatorio da un profilo Instagram sconosciuto; il titolare viene identificato, non è coinvolto nella rapina ma è stato a sua volta costretto dal gruppo ad intimorire le vittime. Una vera e propria strategia del terrore.

Ed Dahby  Anour, nonostante la giovane età, dal 2015 ha inanellato una rapina dietra l’altra. Quando era minorenne venne arrestato dalla squadra mobile, ma non ha mai smesso di delinquere: dallo spaccio alle rapine ai danni di coetanei, per impossessarsi di un telefono di ultima generazione o di qualche spicciolo.

Dalla perquisizione in un affittacamere, dove Ed Dahby vive da qualche giorno, sono stati rinvenuti il coltello a serramanico utilizzato per la rapina, un guanto in acciaio ed un proiettile.

Tutti i quattro giovani arresatati sono indagati per concorso in rapina a mano armata a danno di minori e per spaccio.

All'individuazione  dei resposabili la squadra mobile è giunta anche sulla base del monitoraggio che da tempèo stava effettuando sui movimenti di alcuni ragazzi che, nel centro storico, seminano il terrore tra i coetanei con atti di bullismo, col tempo degenerati in vere e proprie rapine. I responsabili sono tutti noti agli investigatori. Alcuni di loro, qualche settimana fa, sono stati segnalati per avere “scarrellato” una pistola nel parcheggio di un noto bar di via Romana. I poliziotti, in quella occasione, li avevano identificati e perquisiti. La pistola, trovata nel domicilio di uno di loro, è una pistola giocattolo, ma in una versione molto vicina alla realtà.

Il sostituto procuratore Antonio Sangermano
Il sostituto procuratore Antonio Sangermano