Lucca, 10 dicembre 2019 - «Ma l’assessore Saccardi ha mai vissuto con una persona non autosufficiente, sa cosa vuol dire? Può rispondermi dicendo, in buona sostanza, di rivolgermi al mercato delle badanti, quando lamento mancata trasparenza, scarsa informazione alle famiglie, misure di aiuto che esistono, sì, ma solo sulla carta?». Gina Truglio non si arrende. «Non può finire così – dice –, con una risposta che l’assessore regionale alla sanità ha commissionato agli uffici, superficiale e inesatta. Sbandierando, oltretutto, dati sensibili». Gina Truglio aveva infatti chiesto più trasparenza sulle graduatorie per l’accesso alle quote sanitarie per sua madre, ricoverata nella rsa Alba Serena a Maggiano dove si trova benissimo, ma per la quale deve corrispondere la bellezza di 3.300 euro al mese. «La ’trasparenza’ è arrivata sì, ma senza il filtro della privacy, direttamente sui giornali a cui hanno dichiarato la posizione in graduatoria di mia madre. Evidentemente – dice – andavo punita per questo mio sfogo pubblico». «Se l’ho fatto – continua – è perchè chi è contribuente da una vita e da generazioni ha diritto ai contributi, e a essere facilitato nelle procedure di accesso. I servizi esistenti devono essere spiegati con chiarezza dagli uffici e questo non succede». «Nella regione con i ticket sanitari più alti di Italia gli amministratori almeno si rimbocchino le maniche e chiedano al Governo di trovare i soldi, così come fanno per Alitalia o gli F 35». L’Asl ci conferma che il problema delle quote sanitarie per i ricoveri nelle case di riposo non è circoscritto a pochi casi: sono 63 i cittadini in lista di attesa nella Piana di cui 40 residenti a Lucca. In tutta la provincia il numero sale 79, secondo quanto afferma Maurizio Marchetti, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale. «In questo anno, il 26,46% di loro ha atteso la presa in carico per oltre tre mesi. Le ipotesi di soluzione? Insufficienti e tardive. Non lo dico io – sottolinea Marchetti – , ma Asl e Regione a cui avevo rivolto un’interrogazione specifica a seguito della segnalazione che avevo ricevuto da una famiglia. Avevo chiesto i dati aggregati e non, e questo è il risultato. Sono molto preoccupato». «Dopo la segnalazione ricevuta da quella famiglia esausta di sbattere contro un muro di gomma per ottenere l’accesso in Rsa della propria congiunta anziana e non autosufficiente – ripercorre Marchetti – ero andato a verificare i budget assegnati, registrando un’invarianza tra il 2018 e il 2019 e rilevando che l’ultima immissione di risorse per quote aggiuntive finalizzate all’abbattimento delle liste d’attesa per le Rsa risaliva al 2016. Intanto la popolazione invecchia». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Cronaca"Quote sanitarie Rsa, un muro di gomma"