Quel brivido folle del “selfie“ sul tetto dell’ex molino Gori

Quel brivido folle del “selfie“ sul tetto dell’ex molino Gori

Quel brivido folle del “selfie“ sul tetto dell’ex molino Gori

Vuoi mettere il brivido di un selfie ad una ventina di metri di altezza? Ennesimo blitz vandalico all’interno dell’ex molino Gori di Altopascio, dismesso da anni, nei pressi della rotonda del viale Europa, in pieno centro. Gli autori? Alcuni ragazzi del posto, non nuovi a queste imprese, che si sarebbero arrampicati fino al tetto. Non si sa nemmeno come, visto che parte delle scale interne non esistono più.

Una struttura vecchia, in precarie condizioni, con il rischio concreto di farsi del male per questi adolescenti che però continuano imperterriti ad entrare e a girare video. Una bravata? Può darsi. Tra l’altro una delle tante degli ultimi tempi. Però la proprietà dell’immobile è privata, della storica famiglia Gori che ha provveduto a formalizzare molte denunce ai carabinieri negli ultimi mesi per le continue irruzioni e per la presenza assidua di questi giovani, i quali è come se avessero preso come loro base l’ex azienda molitoria. "Nonostante le recinzioni entrano impudentemente, devastano, spaccano – spiegano i titolari, - noi abbiamo sempre segnalato e le forze dell’ordine intervengono e fanno quello che possono, ma spesso si tratta di minorenni e non è facile agire. Avevamo pulito e sistemato, purtroppo però questi episodi si ripetono. Addirittura, c’è chi riferisce di aver visto questi ragazzi in cima all’immobile, con pericolo enorme". Fin qui il proprietario. Tempo fa quel sito era diventato pure rifugio di senzatetto, poi il fenomeno è stato risolto. L’ex molino è famoso nella Piana. A parte il fatto che troneggia in tutta la sua estensione ed è ben visibile sia per chi arriva sia per chi si dirige verso l’autostrada, fu un vanto della produzione industriale altopascese del Novecento. Al destino dell’imponente struttura nel 2010 sembrava essersi interessato il colosso dell’arredamento low cost Ikea, ma poi gli svedesi puntarono su Pisa.

Massimo Stefanini