
Marta e Paolo, 27 anni lei, 31 lui. Una storia che può far riflettere chi ancora tentenna di fronte alle opportunità di approcciarsi al mondo del volontariato negli enti di assistenza, anche attraverso la finestra, aperta fino al 10 febbraio, del servizio civile. Per loro due è stata un’esperienza non solo fondamentale per crescere, ma per un cambio drastico di vita.
Entrati da volontari si sono conosciuti, fidanzati e sono anche stati assunti stabilmente alla Misericordia di Lucca. Spot migliore non c’è. “Non ci pensavo proprio di entrare nel volontariato quando mi approcciai a questa possibilità, più che altro spinta da un’amica – racconta Marta Bandoni –. Lei pure non ne aveva voglia, ma i genitori la pressavano. Così andammo insieme, un passo avanti e due indietro, al corso. Sorpresa io stessa, mi incuriosii. E mi convinsi già quando feci il primo servizio, ricordo sempre era il 14 marzo 2016. Dovevo assistere alcuni anziani, in loro vidi mio nonno che era stato importante per me ed era venuto a mancare due anni prima“.
Prima di questa esperienza Marta, un diploma all’istituto alberghiero, lavorava nei ristoranti. “Sapevi quando entravi, alle 18, ma non quando uscivi. Eppure anche se erano le tre di notte quando smontavo andavo diretta a far volontariato in Misericordia. Per me era diventato essenziale quel sentimento di sentirsi utili per gli altri, a costo di mille sacrifici“. Poi si aprì l’opportunità del bando di servizio civile, nell’ottobre del 2016. “All’epoca si guadagnava qualcosina meno di oggi, ricordo sempre 433.80 centesimi, per integrare poi nelle ore libere facevo volantinaggio o guardavo un anziano. Comunque a quel punto avevo deciso – sottolinea Marta – che con la ristorazione avrei chiuso per sempre, anche se era per questo che avevo studiato. Ma mi sentivo sfruttata, tante troppe cose che ti fanno venire il rigetto“. Ma nel frattempo maturavano anche le basi per l’intesa con Paolo. “In realtà lo conobbi a quel primo corso di volontario dove lui faceva il formatore, ma io all’epoca ero già fidanzata. Un rapporto che però non funzionava come avrebbe dovuto e quando si è interrotto, due anni dopo, ho capito che quell’amicizia con Paolo nel tempo era diventata qualcosa di più“.
Ora Marta è si autodefinisce la “mamma dei servizio civilini“.“Ci sono approcci diversi, qualcuno si avvicina con più motivazione, altri invece pensano di farlo perchè guadagnano, come un dopo scuola. Invece è un’esperienza importante, che ti apre agli altri, ti fa crescere, e, alla fine, dare le giuste proporzioni a tutto ciò che ti accade“.
Laura Sartini