
Il preside Lazzari
Lucca, 6 agosto 2020 - «Provo viva soddisfazione per la sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione nel processo contro mio marito, il preside Cesare Lazzari e ringrazio, anche a nome di tutta la mia famiglia, i giudici che, con tale illuminata pronuncia, hanno dimostrato che la Giustizia è ancora giusta e amministra bene i suoi cittadini, specie coloro che rappresentano a vari livelli, lo Stato italiano". Così la moglie, professoressa Loredana Bruno, commenta l’assoluzione postuma del marito, scomparso l’8 agosto 2019, dall’accusa di omessa denuncia per alcuni episodi di bullismo all’Itc Carrara risalenti al 2017.
«Questa sentenza – scrive la vedova – pone fine ad un percorso che, come si evince dalla sua lettura, non avrebbe mai dovuto cominciare. Certamente al successo ha contribuito la tenacia e l’estrema competenza dei difensori, l’avvocato Eleonora Romani del Foro di Lucca e l’avvocato Carlo Pecoraro del Foro di Roma, che da subito hanno evidenziato gli aspetti di abnormità e violazione dei più alti principi costituzionali, poi confermati dalla sentenza della Cassazione. La soddisfazione purtroppo non può essere piena per noi familiari perché manca il protagonista di questo travaglio, mio marito".
«A quasi un anno dalla sua morte, avvenuta il 9 agosto 2019, si conclude un percorso che gli ha reso gli ultimi mesi di vita amari. Pur nella certezza di essere nel giusto, ha dovuto lottare insieme al suo avvocato qui a Lucca per vedere riconosciuto un giusto operato. Mio marito ha sempre creduto nella Giustizia, nell’agire giusto e retto di ogni singolo Giudice: molte speranze aveva riposto nella Corte di Cassazione dopo l’imputazione coatta subita a Lucca e, con estrema gioia e liberazione, avrebbe esultato nel leggere questa sentenza. Fa e deve far riflettere il notare come il Gip avesse accusato lui di mal governo e come, invece, questo mal governo sia ricaduto proprio sul Giudice che ha emesso un atto abnorme, cassato dalla Suprema Corte".
«Il Preside Lazzari, mio marito, nel suo agire non perseguiva un interesse personale, non copriva azioni illecite commesse da altri, non ha mai commesso alcun reato in tutta la sua vita. Tuttavia è stato accusato ingiustamente, subendo un’imputazione coatta su fatti mai fino a quel momento contestati e sui quali non aveva potuto mai difendersi, in palese violazione delle norme della Costituzione e della Convenzione EDU. E’ deceduto con il peso di essere imputato, con il peso di essere ingiustamente considerato colpevole dal Giudice e dall’opinione pubblica, con il peso di chi è innocente ma non viene creduto. Ed il peso dell’ingiustizia subita non è stato solo per lui ma per tutta la nostra famiglia. Ora valuteremo con gli avvocati eventuali profili giuridici di responsabilità della magistratura che ha emesso l’atto abnorme, poiché così avrebbe voluto mio marito. E’ stato vittima di un errore giudiziario ed è giusto agire in tal senso".
«Ulteriore cosa che avrebbe voluto è sostenere i bravi docenti e dirigenti che, come lui, dedicano la loro vita alla scuola. Sono molti gli operatori giusti e coscienziosi che operano in nome dello Stato nell’interesse degli alunni (minori in formazione) e rischiano non professionalmente ma personalmente per questo. Anche in questi giorni, con l’emergenza Covid, le scuole si stanno riorganizzando con norme molto generiche lasciate spesso alla libera interpretazione. Peccato che in caso di problemi la responsabilità sia sempre dei Dirigenti e a seguire, nelle fasi applicative, di personale ATA e insegnanti. Occorre fare chiarezza e allentare la tensione in un meccanismo che sta assomigliando sempre più a Kramer contro Kramer. Per questo l’associazione Claret, da noi fondata in ricordo di mio marito, si batterà in nome di Cesare e di tutti quelli che come lui si sono visti accusati ingiustamente, per una dignità professionale reale e concreta sia in punto di legislazione sia in punto di singola tutela del docente e del dirigente affinchè ciò che è accaduto a mio marito, fin dal primo giorno di questa triste storia, non si ripeta mai più".
Una messa per l’anniversario della morte sarà celebrata domenica 9 agosto nella Chiesa parrocchiale di S. Cassiano a Vico alle 11,30. © RIPRODUZIONE RISERVATA