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Poggi contro il terzo mandato: "Sarebbe un grave errore"

L’ex sindaco di Borgo a Mozzano (2004-2014) parla del futuro del Comune "Cambiare la regola in corso sarebbe un grossolano errore in stile italico".

Francesco Poggi, già sindaco di Borgo a Mozzano dal 2004 al 2014, da più parti indicato come possibile ricandidato alle prossime comunali, interviene nel dibattito sul terzo mandato. Poggi, tuttavia, si distingue rilanciando una proposta che è da tempo sul tappeto: il Comune unico.

Afferma Poggi: "Il sistema Italia è chiamato ad un salto di qualità e ad una maggiore efficienza, in uno scenario totalmente mutato (globalizzazione, opportunità del PNRR, ritorno del Patto di Stabilità, necessità nuove per mobilità e servizi ecc.). Tutti nella pubblica amministrazione concordano sulla necessità di rivederne gli assetti e le procedure decisionali ma continuano ad esserci troppi enti, troppi livelli. Si parla addirittura di ripristinare l’elezione diretta delle Provincie. Io sono convinto che ci sia invece la necessità di iniziare da subito un percorso verso Comuni più forti, autonomi e autorevoli, oltre il campanilismo".

"Questo perché, - aggiunge l’ex sindaco - nel frattempo, il mondo è mutato velocemente, sono mutate le esigenze, le aspettative dei cittadini. Serve coraggio e lucidità, certo con metodo e confronto ma anche con decisione. L’unica riforma che ha resistito è stata quella della elezione diretta dei sindaci. Non va toccata. A questa si accompagna la riforma del titolo V della costituzione con l’inserimento del principio di sussidiarietà per cui se un Ente è più vicino al cittadino-utente è capace di svolgere meglio il compito".

Quale Comune serve quindi oggi secondo lei?

"Gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e del miglioramento dei servizi necessitano di forza politica, forza demografica, forza economica. Rifiuti, viabilità, messa in sicurezza, scuola, turismo ecc. necessitano di programmazione e capacità di intercettare risorse, anche a livello europeo, o in co-progettazione con le fondazioni bancarie e gli stessi privati. Come è necessaria una programmazione d’area".

Per quanto riguarda il terzo mandato dei sindaci?

"Il limite iniziale dei 2 mandati dei sindaci aveva un senso preciso. Primo, perché 10 anni sono un tempo giusto per progettare e realizzare un programma, secondo perché quello del sindaco non deve diventare un lavoro, come purtroppo avviene spesso. In questi giorni è sul tavolo la proposta del terzo mandato per i Comuni da 5 a 15.000. Sarebbe un grossolano errore, oltretutto in stile italico cambiando le regole in piena corsa".

Marco Nicoli