"Penale di 10mila euro a chi rinnega le scuse"

Di Vito svela il retroscena "Basta un like per la ’multa’". Barsanti: "Cancelleremo l’atto". Cecchini e Bindocci: "Grave"

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Nuovi dettagli sul caso San Concordio e le proteste contro il progetto Quartieri Social. A svelarli sono Alessandro Di Vito, Fabio Barsanti, Elvio Cecchini e Massimiliano Bindocci insieme al candidato (Forza Italia) Massimo Pieri; mostrando alla stampa copia della lettera di ‘scuse‘ sottoscritta da due abitanti dei quattro abitanti a San Concordio al quale il Comune aveva chiesto danno per 100mila euro a testa. L’atto è stato recuperato da Remo Santini e Di Vito, dopo una richiesta di accesso agli atti.

“Una lettera che l’amministrazione si impegna a rendere pubblica consegnandola agli organi di stampa, lo scrive nella lettera stessa, senza però farlo. E il motivo c’è – sottolineano – La clausola 5 del contratto di transazione scritto dal Comune prevede che se “in qualsiasi forma“ e quindi ad esempio anche solo parlando in pubblico o al bar, i 2 cittadini ’pentiti’ aderissero all’interpretazione dei fatti proposta da Santini, Bindocci, Siamo Lucca, Lista Civile e altri, dovranno versare ciascuno 10mila euro a titolo di penale“.

“Qui addirittura si chiede di ipotecare e ingabbiare il pensiero dei cittadini nel futuro: hai chiesto scusa ma se anche con un like in seguito sposi le idee degli altri paghi pegno con 10mila euro. Roba da vecchi regimi totalitari – dichiara Bindocci – Anch’io sono stato colpito da un atto simile per aver accostato Tambellini a statisti democraticamente eletti (Putin, ndr). Sia chiaro, non concilierò mai“.

E Barsanti annuncia: “Se andremo al governo di questa città con Pardini sindaco ritireremo le richieste di risarcimento danni nei confronti dei cittadini di San Concordio, ci prendiamo l’impegno sin da ora. La città non è divisa da centrodestra e centrosinistra ma dal Pd da una parte, che di democratico ormai ha solo il nome, e dall’altra l’intera città che chiede che non accadano più queste cose“. Per Cecchini: “Pasolini parlava del fascismo degli antifascisti. Ecco qua la riprova, perché al di là delle etichette ci sono i comportamenti. Mi chiedo cosa ci è costato in termini di voti tutto ciò“. “Ricordiamo che ai cittadini tutto ciò sta costando 29mila euro di spese legali che l’amministrazione ha messo in conto – così Di Vito – per sostenere tutti i gradi di giudizio nei confronti di altri cittadini“.