
Palazzo Ducale
Lucca, 15 maggio 2015 - Il tempo stringe. L’accordo, per ora, non c’è. E i sindacati sono sul piede di guerra con la Provincia di Lucca per la complicata e complessa vicenda che riguarda il destino dei 470 dipendenti che, con l’abolizione dell’ente, devono essere ricollocati. Tante le strade che Palazzo Ducale sta provando a seguire per evitare di lasciare senza lavoro i dipendenti, per i quali, però, al momento, non c’è ancora nessuna certezza. E così le organizzazioni sindacali, in mancanza di garanzie e di fronte alla richiesta di chiudere in tempi brevi un accordo, hanno fatto saltare il tavolo di conciliazione indetto in Prefettura. Di più. Se a livello nazionale è prevista una nuova mobilitazione, non è escluso uno sciopero a breve con tanto di presidio anche a Lucca. Sullo sfondo delle elezioni regionali, con l’ente amministrato da Enrico Rossi che dovrebbe dare risposte che ancora non sono arrivate, la polemica approda anche in consiglio provinciale dove la tensione, anche nell’ultima assemblea di ieri che vedeva all’ordine del giorno il riordino delle funzioni provinciali, è palese. Al punto che l’argomento non è stato trattato per mancanza del numero legale. Ma qual è, a oggi, la situazione per i tanti dipendenti di palazzo Ducale che vedono con preoccupazione il proprio destino? Dei 470 attuali, oltre una cinquantina andranno in pensione entro la fine del 2016. Un’altra parte di essi, circa una quarantina, ovvero chi si occupa di impiego e chi è nella Polizia provinciale, non verranno interessati, perché queste funzioni passeranno armi e bagagli ad altri enti. Ci sono poi, e attualmente è uno dei nodi irrisolti, coloro che passeranno alla Regione, in parte rimanendo a Lucca, in parte dovendosi trasferire a Firenze. Il loro numero non è ancora definito: oscilla da 100 a 150. E non è un dettaglio, perché sino a quando non sarà cristallizzato per la Provincia non sarà possibile indicare quanti sono i lavoratori in sovrannumero. Un numero che risentirà anche della ricognizione delle piante organiche di altri enti, come i Tribunali, che sono oggetto di uno studio del Ministero della funzione pubblica. Da queste verifiche si potrà però comprendere con maggiore precisione la dimensione di chi ha difficoltà a essere ricollocato. Una cifra, quella di chi è in sovrannumero, con un riflesso anche politico. E che, non a caso, si tende a far slittare a dopo le elezioni per evitare scossoni nelle urne. Sino a che tutto questo non sarà chiarito, sarà impossibile definire le liste da cui potranno attingere i Comuni per le loro esigenze. Dalle associazioni dei Comuni, invece, dovrebbero essere individuata un’altra ventina di persone. Altri dovrebbero essere assorbiti da un bando della Regione, nella misura del 10 per cento dei dipendenti complessivi delle Province toscane. Infine, un numero pari a circa la metà della vecchia forza lavoro, ovvero intorno a 230, dovrebbe rimanere all’interno del nuovo ente provinciale. Un puzzle molto complicato e che non fa giustamente dormire sonni tranquilli ai dipendenti. E per qualcuno, con il tempo che scorre, il sovrannumero si potrebbe trasformare in esubero. Ovvero licenziamento.