Un dirigente di una squadra di calcio dilettanti entra nel campo di gioco prima dell’inizio della partita e poi anche al termine di questa (oltretutto senza averne titolo per farlo). Una volta dentro il rettangolo verde inizia a inveire contro l’arbitro e poi anche contro un giocatore della squadra avversaria, prendendo a calci il recinto del terreno di gioco. Imitato in questo anche da un giocatore della sua squadra. Il tutto di fronte ai ragazzini in campo, ai genitori sugli spalti e ai dirigenti e agli arbitri.
Nulla di nuovo sotto il sole, purtroppo. Chi conosce il mondo del calcio giovanile sa bene che episodi come questi, purtroppo, si ripetono ogni domenica con una frequenza a dir poco preoccupante. Soprattutto perché parliamo della categoria Giovanissimi under 15, sicché ragazzini o poco più. Ma evidentemente qui conta di più il risultato e la prestazione, piuttosto di tutto il resto dei valori che lo sport dovrebbe trasmettere.
Il che nulla toglie alla gravità degli episodi accaduti, all’incirca un mese fa, sul campo della Carrarese Giovani. Gravità che diventa plateale perché il protagonista di questa ‘scenata‘ dentro e fuori il campo non è un dirigente qualsiasi, bensì uno già noto alle cronache anche extra-sportive. Parliamo di Claudio Polonia, presidente della Real Academy, la società che da tempo ha una querelle con l’amministrazione comunale di Lucca per via dei campi di San Cassiano a Vico.
Veniamo ai fatti. La squadra di cui Polonia è presidente, la Real Academy, il 18 febbraio scorso ha giocato in trasferta (perdendo per 1-0) contro la Carrarese Giovani. Ma _ come si legge nel bollettino ufficiale della Lnd (Lega nazionale dilettanti) della Toscana _ Polonia come “persona non autorizzata, auto qualificatasi come Presidente della Società Real Academy Lucca, accedeva indebitamente all’interno del recinto di gioco, sia nella fase pre partita, che successivamente alla conclusione della stessa ed in tale contesto entrava sul terreno di gioco tenendo un comportamento gravemente offensivo e reiterato nei confronti del D.G.” (per D.G. si intende il direttore di gara, cioè l’arbitro).
Insomma, offese all’arbitro e ai giocatori avversari e calci al recinto di gioco in un impeto di rabbia che francamente si fa fatica a proporzionare rispetto al contesto in cui ci troviamo. Oltrettutto, in questo ‘imitato‘ da un calciatore in forza al Real Academy che le offese, però, le ha rivolte non solo agli avversari, ma anche al pubblico.
Il tutto è finito all’attenzione dei giudici federali. I quali hanno inibito Polonia per un anno a svolgere ogni attività e, altresì, squalificati per cinque giornate il calciatore che ha offeso avversari e spettatori, nonché preso a calci il recinto del campo.