L’artigianato lucchese è in sofferenza. Da Confartigianato, per voce del suo direttore, Roberto Favilla, si alza l’allarme sulla categoria.
Partendo dai dati della Camera di Commercio che sanciscono nel 2024 un calo delle aziende artigiane (sono 10.416 con un saldo negativo di 97 unità rispetto al ’23), Favilla ricorda come "la provincia conferma una presenza di imprese artigiane percentualmente più elevata rispetto alle province limitrofe" e con punte di eccellenza "come la nautica che cresce in doppia cifra; giardinieri e i servizi alla persona. Tengono – va avanti il direttore – tutto sommato le imprese edili che con 4.373 unità rappresentano, di gran lunga, il settore più numeroso, anche a seguito dell’euforia derivante dai bonus come il 110% e ill Pnrr. Un buon incremento anche per le imprese di pulizia che in dieci anni sono più che raddoppiate. Stabile il settore della manutenzione e riparazione di autoveicoli con 395 unità così come il benessere (908 imprese)".
"Tra i settori più colpiti – prosegue Favilla - segnaliamo il manifatturiero che, con 2396 imprese, rappresenta, nonostante un leggero calo, il secondo per numero di imprese artigiane e il trasporto merci su strada che cala di 26 unità attestandosi a 258 imprese. Nel settore del trasporto incide molto la mancanza di infrastrutture, dei vari divieti, di strade sempre più strette, di superstrade pericolose e mal manutentate a cui da oltre 60 anni non siamo stati in grado di ovviare. Qualcosa comincia a cambiare ma ancora è poco".
Le preoccupazioni per Favilla sono soprattutto per il futuro: "E sono legate all’aumento dell’energia, delle materie prime, alla pressione fiscale che ha raggiunto soglie incredibili e alla mancanza del ricambio generazionale, altro problema che dovrà essere affrontato. Da tempo ci poniamo il problema di come mai sempre meno giovani si avvicinino all’artigianato. C’è forse una visione vecchia di questo mondo legata a stereotipi ormai superati da tempo. L’artigianato non è più il calzolaio, il fabbro, la sarta, ecc. Gli artigiani sono digitalizzati, laureati, creano applicazioni, lavorano con stampanti 3D e a breve anche con l’intelligenza artificiale. Abbiamo letto come i giovani lucchesi scelgano come scuola secondaria soprattutto i licei e pochissimi gli istituti professionali. Ciò che ci chiediamo è se i nostri ragazzi hanno valutato di poter diventare, in futuro, un imprenditore artigiano".
"A questi problemi – chiude Favilla – va sommato quello dei dazi promessi dall’amministrazione Trump. I dazi in particolare si faranno sentire particolarmente nel settore del tessile, abbigliamento e calzaturiero".