
Svolta sulla morte di Michele Fanini, fratello di Ivano e membro della famiglia che ha fatto del suo nome sinonimo di successo ciclistico. Il gup del tribunale di Lucca Alessandro Trinci ha accolto la richiesta di opposizione alla richiesta di archiviazione e disposto l’imputazione coatta nei confronti dei quattro indagati (due urologi, un nefrologo e un neuro-radiologo del San Luca) che presero in cura Fanini, morto nel suo letto di ospedale il 4 novembre 2019, a 74 anni. Era ricoverato al San Luca da pochi giorni per problemi alla minzione ed era in attesa di essere sottoposto a un’operazione chirurgica, quando è stato trovato ormai privo di vita.
Le indagini della Procura, coordinate dal pm Enrico Corucci, erano scattate in seguito a un esposto presentato, cinque giorni dopo la morte, dal figlio Lorenzo e dai fratelli Ivano, Pietro e Brunello, assistiti dagli avvocati Alberto e Fiorenzo Alessi di Rimini. Con cui si chiedeva maggior chiarezza sul decesso e sulle cure prestate al Fanini. I quattro medici erano così finiti nel mirino con l’accusa di omicidio colposo per colpa medica. La Procura, però, a ottobre 2020 aveva chiesto l’archiviazione basandosi sulle perizie effettuate da due consulenti incaricati, un medico legale e un chirurgo vascolare, i quali erano stati concordi nell’escludere ogni tipo di responsabilità medica.
Conclusione che però non ha mai convinto i familiari di Fanini che, tramite i loro legali, si sono subito opposti presentando a loro volta ulteriori perizie. I consulenti dell’accusa hanno sollevato forti dubbi sulla diagnosi e sul conseguente trattamento. Nello specifico secondo loro Fanini, giunto in pronto soccorso al San Luca con un blocco urinario, sarebbe stato trattato come paziente urologico senza che venissero considerati dai medici i due aneurismi che Fanini aveva da tempo all’inguine destro e sinistro, emersi dall’ecografia e grandi ben oltre il limite.
Una sospetta colpa medica, secondo la famiglia Fanini, un decesso che nessun medico avrebbe potuto evitare o prevedere, secondo la difesa e per le perizie della Procura che aveva chiesto l’archiviazione. Il gup Trinci, però, alla luce del serio disaccordo fra consulenti, ha ritenuto opportuno portarlo al vaglio dibattimentale, il che vuol dire un’ulteriore perizia che faccia maggior luce sulla vicenda e il contraddittorio delle parti. In quella stessa sede la famiglia Fanini si costituirà parte civile. Entro dieci giorni, quindi, il pm Corucci dovrà formulare l’imputazione coatta e la richiesta di rinvio a giudizio. Dopodiché si andrà nuovamente in udienza preliminare e in quell’occasione verrà deciso se avviare il processo per omicidio colposo, oppure no.
Teresa Scarcella