"Ecco i segreti delle musiche di Morricone"

Fabio Venturi: dal ‘Boccherini’ a ingegnere del suono del Maestro. «Per il concerto sulle Mura soluzioni acustiche top»

Fabio Venturi e il Maestro Ennio Morricone

Fabio Venturi e il Maestro Ennio Morricone

Lucca, 2 luglio 2019 - E’ Lucchese d’adozione e di formazione, è amabilmente schivo e non ama molto i riflettori, ma è il geniale uomo chiave che ha concorso in modo determinante alla perfetta resa acustica dello straordinario concerto finale del Maestro Ennio Morricone, davanti a 18mila persone sabato scorso sugli spalti delle Mura urbane.    Fabio Venturi, nato in provincia di Arezzo 55 anni fa, ha vissuto fin da ragazzino a Lucca dove era stato trasferito il papà, carabiniere al comando in cortile degli Svizzeri. Qui ha seguito le scuole medie, poi il liceo scientifico Majorana a Capannori e quindi il Boccherini, dove si è diplomato in flauto. Poi il lancio nel mondo della musica che conta: dal 1988 è infatti noto soprattutto come l’ingegnere del suono di Morricone, oltre che di Nicola Piovani. Scusate se è poco. Una vita intera sulla scia del maestro Ennio Morricone, la sua...  «In effetti sì. Ho l’onore e il piacere di lavorare con il maestro Morricone da ben 31 anni. Curo il suono nelle incisioni delle musiche da film e nei concerti. Insegno anche informatica musicale al conservatorio di Campobasso, ma fa meno notizia, capisco».  Il concerto di sabato al Summer Festival è stato un enorme successo. Il pubblico ha apprezzato moltissimo la qualità acustica, davvero eccezionale. Il segreto? «Mi fa piacere. Ottenere una qualità del suono molto alta può anche essere facile, se, come al Summer Festival con Mimmo D’Alessandro, hai i mezzi e le persone giuste che ti aiutano, un’organizzazione disponibile a fare ciò che ti serve, superando il nodo dei costi e dei problemi tecnici o burocratici». Però qui sugli spalti delle Mura di Lucca  la resa del suono dell’orchestra (perfino gli archi) era incredibile, a detta anche di esperti, nonostante uno spazio aperto così vasto.  «Sì, abbiamo usato uno dei sistemi più all’avanguardia al mondo. Di solito siamo abituati all’ascolto stereofonico, tutti i concerti funzionano così, anche con 200 casse: un mix con canale sinistro e canale destro. Ecco, noi invece abbiamo applicato un sistema innovativo, sviluppato dall’azienda francese leader “L-Acoustics” Si chiama “L-Isa” e fornisce un mix di suoni suddivisi in 7 gruppi, con una spazializzazione e una resa timbrica infinitamente migliore». A Lucca l’avete usato per la prima volta?  «Sì, per la prima volta in spazio così grande all’aperto. Finora l’avevamo sperimentato a Londra e in pochi altri palasport, ma mai all’aperto su dimensioni così ampie». Una bella sfida, vinta.  «Devo dire che la riproduzione acustica ambientale artificiale sugli spalti delle Mura ha avuto successo. Abbiamo usato microfoni particolari e dei cluster, altoparlanti a colonna che chiamiamo “banane”: sette principali, più altri per replicare il suono. Ci siamo avvalsi del service audio della “Agorà”, azienda aquilana top mondiale dei fratelli Wolfango e Vittorio De Amicis». Anche il Maestro era soddisfatto dopo il concerto?  «Molto contento. La trasmissione del suono per lui è un aspetto da curare in modo quasi maniacale. Decide tutto lui in definitiva. Il nuovo sistema gli è piaciuto, ci ha dato l’ok, perché è più immersivo. Soprattutto per la qualità degli archi che sono difficilissimi da amplificare. Inoltre ha reso possibile l’ascolto di tutte le sezioni contemporaneamente senza che una coprisse altra: i suoni sono distribuiti nello spazio proprio seguendo lo spazio fisico dell’orchestra». Nessuna immagine è stata proiettata sul palco durante il concerto, tranne quelle del Maestro e  dell'orchestra. Una scelta precisa?  «Assolutamente. Il Maestro non vuole distrazioni, vuole lasciare spazio solo al potere evocativo della musica. E ha ragione». Sembra di capire che ha sempre ragione Morricone, vero?  «Beh, lui continua a fare ricerca sulla musica a 90 anni. E’ un genio assoluto. Lavorare con lui è una sfida continua, una ricerca costante, mi dà gioia davvero. E’ esigente, ma altrettanto generoso con i collaboratori. . Qui a Lucca viene volentieri anche per la sua passione per Puccini. Alla fine era felice, anche se stanco per la lunga tournée».  Il progetto più emozionante?  «Nel cuore ho quello della “Leggenda del pianista sull’Oceano” di Tornatore. E’ stato bello e coinvolgente. Ma anche le musiche per l’ultimo film di Quentin Tarantino, un incontro fra titani. Mi fece leggere la sceneggiatura di ‘The Hateful Eight’, tradotta per lui e gli dissi che secondo me era un capolavoro, assolutamente da fare. Poi Tarantino andò a casa sua a chiedergli le musiche. Il giorno dopo disse ok. Ora vorrebbe scrivere altra musica, magari per un film di Tornatore». Chi era il suo mito come ingegnere del suono?  «Sergio Marcotulli, un docente straordinario. Modesto e bravissimo: un modello assoluto». Dopo Lucca, l’ultimo dei concerti di Morricone annunciati, ora anche lei si può riposare un po’ in famiglia a Borgo a Mozzano?  «Mica tanto. Ora ho gli esami al Conservatorio e il 9 luglio parto per il Perù. Vado a Lima per le Olimpiadi Panamericane, come tecnico del suono alle cerimonie di apertura e chiusura in mondovisione, con performance che impiegano migliaia di persone. Un’altra bella sfida...».