REDAZIONE LUCCA

Mirko è campione italiano dell’Hair Tattoo

Il giovane barbiere di Zone è risultato primo nella classifica italiana per il mese di ottobre. "Una soddisfazione immensa"

Ha imparato a fare la barba a undici anni, nella bottega del nonno. Un predestinato, visto che la famiglia per generazioni ha avuto negozi di barbiere. E adesso, la soddisfazione del titolo italiano nella categoria Hair Tattoo per il mese di ottobre, in base alle classifiche del “Giornale del parrucchiere“.

E’ la storia di Mirko Felici, 29 anni, da dieci titolare di una avviata attività di acconciatore (solo maschile) a Zone, nel capannorese, sulla via Pesciatina. "A fine gennaio 2022 tra l’altro ci spostiamo, anche se di poco, in una struttura con locali più grandi - racconta il giovanissimo imprenditore - e cerchiamo di ampliare il target".

Come è stato il periodo di chiusura forzata tra lockdown ed altre limitazioni?

"Terribile. Davvero dura, ho trascorso mesi in casa. Avevo timore che la ripresa fosse più difficoltosa. Invece devo riconoscere che tutto è andato bene, come recitava lo slogan famoso all’inizio della pandemia, ho riaperto senza problemi quando è stato possibile farlo e la clientela è ritornata più affezionata e numerosa di prima. Non posso lamentarmi".

A suggellare tutto ciò, ora pure l’ipotetico scudetto cucito sul petto e non solo visto che è come se tu fossi campione provinciale, regionale e nazionale.

"Sì, è proprio così, una soddisfazione immensa. Nel contest del mese di ottobre ho scalato tutti gli step. Praticamente dopo le classiche provinciali e regionali ed essermi qualificato per le finali nazionali, ero tra i 50 migliori, sono stato giudicato primo nella classifica Italia Hair Tattoo che per i meno esperti del settore significa, in concetti molto semplici, i disegni realizzati sui capelli attraverso tagli e sfumature, un servizio che i giovani apprezzano, uno stile diverso, di moda, che fa tendenza".

Un trend che è molto moderno, ma Felici, ci tiene a sottolinearlo, è titolare di una barberia. Quindi modernità e tradizione devono per forza convivere: "Proprio quegli insegnamenti di mio nonno vengono messi a frutto nel modo di fare la barba, all’antica, con il panno caldo ad esempio, gli aromi profumati. L’innovazione ci vuole, ma il rispetto per la tradizione è fondamentale". Se lo dice lui, che è un quasi-millennials, c’è da crederci. Del resto lo sosteneva pure Oscar Wilde: la tradizione è una innovazione ben riuscita.

Massimo Stefanini