Metti una sera con Lorca, Neruda, Prévert

L’attore Fabio Testi, venerdì in San Francesco per il festival Canone Inverso, recita poesie con le musiche di Piazzolla, Morricone, Ibert e Bizet

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La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ripropone anche quest’anno la seconda edizione di “Canone in verso”, ciclo di incontri dedicati a musica e poesia. Venerdì 16 alle 21, nella Chiesa di San Francesco, si terrà il primo appuntamento che vedrà il noto attore Fabio Testi, accompagnato al flauto da Stefano Maffizzoni e alla chitarra da Andrea Candeli, proporre al pubblico un itinerario poetico musicale, attingendo a piene mani dai bellissimi testi poetici di Federico Garcia Lorca, Pablo Neruda, Jacques Prévert e Pedro Salinas. Le musiche saranno di Piazzolla, Morricone, Ibert e Bizet. Un appuntamento particolare, che farà vibrare le corde della passione, insieme a quelle della profondità derivante dai brani poetici, proposti dalla celebre voce di Fabio Testi.

Quale sarà il filo conduttore della serata?

"La musica e la poesia insieme, rappresentano un modo originale di attirare l’attenzione di un pubblico appassionato; questa combinazione ha lo scopo di accarezzare il cuore, restituendo al pubblico un momento quasi intimo e delicato. I testi che leggerò, saranno altresì accompagnati da due validissimi musicisti con musiche di autori noti e di indubbia valenza artistica".

Vi è, in questo lavoro, la radice della tradizione letteraria e musicale spagnola: perché questa scelta?

"Ci è sembrata da subito una scelta felice; ho recitato in Spagna, con una tournée che ha fatto registrare pieno apprezzamento: replicare lo spettacolo in Italia è stato un atto istintivo e, devo dire, ci sta riempiendo di soddisfazioni perché il pubblico ne condivide l’impostazione, restituendoci gratificazione, un fatto, questo, fondamentale per chi recita".

Nei testi di Lorca, come per Neruda, Salinas e Prévert, la connotazione è spesso contrassegnata da forti tormenti, quali l’amore e la morte...

"Il poeta si esprime sempre con gioia e dolore, i messaggi più puri nascono da questi sentimenti; da questo spettacolo nasce una sorta di conversazione con il pubblico che io definisco partecipe attraverso un silenzio quasi ecclesiastico; dalle parole dei testi interpretati, così come dalla musica, emerge una voglia di sapere, ad esempio, da parte dei giovani e questo mi sembra assolutamente bello".

Lei è un volto assai noto del cinema. Ha fatto anche teatro, però: che cosa significa questa interpretazione nella dimensione “frontale” con lo spettatore?

"Dopo tanti anni di cinema, così anche come di teatro, il rischio è quello di non emozionarsi più; tutto è assai ripetitivo nel teatro,assai meno nel cinema; il nostro spettacolo rafforza l’emozione perché la poesia è capace di questo. Per me è un’esperienza molto positiva che ha rimesso in gioco, appunto, la parte emotiva dell’attore di lungo corso".

Quanto abbiamo bisogno, oggi che viviamo in un clima poco sereno, di ascoltare buona musica e leggere poesie?

"Tanto bisogno. Proprio perché stiamo vivendo momenti difficili occorre nutrire i sentimenti; personalmente sono contrario al “pensiero unico” e tutti i giorni siamo assillati da notizie negative che ci angosciano; non significa fare finta che non esistano i problemi, però credo che sia altrettanto importante avere cura della nostra anima e del nostro spirito: pensare a noi stessi, ritagliarsi momenti dove, appunto, ascoltare musica e poesia, abbassando i volume della negatività che ci circonda".

Maurizio Guccione