Paolo Pacini
Cronaca

La scomparsa di Mario Rocchi, critico d’arte e cinematografico. Era il decano dei giornalisti

Si è spento in casa a 91 anni. Aveva iniziato a collaborare con la Nazione negli anni Cinquanta. La salma alla Sala del Commiato della Croce Verde, ma ha chiesto di non celebrare alcun funerale

WHATSAPP IMAGE 2024-09-06 AT 09.11.11

WHATSAPP IMAGE 2024-09-06 AT 09.11.11

Lucca, 7 settembre 2024 – Mario Rocchi ci ha lasciati. Il vecchio Rocky se n’è purtroppo andato ieri notte, in punta di piedi a 91 anni, dopo una vita vissuta intensamente. Storico collaboratore de La Nazione fin dagli anni Cinquanta, era di fatto il decano dei giornalisti lucchesi, anche se la sua iscrizione ufficiale all’albo dei pubblicisti risaliva “solo“ al 1976. Sulla Nazione da sempre si occupava soprattutto di arte e cinema con passione e competenza e l’aveva fatto fino ad alcuni mesi fa, nonostante i tanti problemi di salute.

Grande amico di gioventù dei pittori Antonio Possenti e Riccardo Benvenuti, ma anche di numerosi altri artisti lucchesi, aveva condiviso con loro molte esperienze fin da quegli anni di grande fermento culturale. Raccontava spesso di quando nel 1957 partì da Lucca con la Fiat 600 insieme a Possenti e Luciano Pera: bussarono alla porta di Marc Chagall in Costa Azzurra e l’artista, pur non conoscendoli, li ricevette amichevolmente in casa.

Viaggi, esperienze culturali di ogni tipo, il tutto coltivando la passione per il giornalismo e la scrittura, con numerosi romanzi al suo attivo, sempre controcorrente e con quel piglio eclettico e anarcoide che l’ha sempre contraddistinto in tutte le sue scelte.

Nel dicembre di due anni fa, in occasione del suo 90° compleanno, era stato festeggiato alla grande dagli amici del Circolo del Cinema di cui era socio e membro del direttivo fin dal lontano 1948, quando era iniziata l’attività a Lucca. Anche questi amici adesso lo ricordano con affetto. Ma non va dimenticato poi il lungo periodo di insegnamento come docente di educazione fisica negli istituti superiori cittadini, in particolare al liceo scientifico “Vallisneri“, e la gestione per tanti anni della sua mitica “palestrina“ nel centro storico in via dei Fossi. Anche la cura del fisico era fondamentale per lui, che nascondeva gelosamente l’età.

Una personalità eclettica e senza mezze misure. Mario Rocchi era un uomo sempre pronto a chiamare le cose con il loro nome con un’ironia diretta e spiazzante. Simpatico, quindi, ma non necessariamente a tutti. Studenti e amici di tutte le generazioni ricordano con un sorriso i suoi scherzi e le sue iniziative goliardiche, come l’esclusivo... “Vaf fan club“ di cui distribuiva tessere personalizzate.

Un aneddoto, fra i tanti. Nel 1991, in piena Guerra del Golfo, con gli studenti che tenevano assemblee per la pace e promuovevano scioperi e cortei, Mario Rocchi affisse un cartello anonimo nella sua scuola, il “Vallisneri“. Pubblicizzava un fantomatico “Corso di guerra aerea nel deserto“. Una bella provocazione ai pacifisti. Eppure furono in parecchi gli studenti a tentare di iscriversi a quella selezione fasulla. E lui gongolava per il paradosso. Era fatto così, un po’ anarchico e sempre controcorrente.

Nel maggio del 2019 era scomparsa la moglie, Nora Mancianti: fu un duro colpo per lui che aveva perso all’improvviso il silenzioso sostegno di una vita. Quel lutto, confessava, gli aveva tolto molta dell’energia e l’aveva spinto a ridurre anche i contatti esterni. Aveva però continuato a scrivere romanzi per l’editore Tralerighe e anche a pubblicare articoli sul nostro giornale come critico d’arte e cinematografico.

Noi della redazione lo ricordiamo con grande affetto e nostalgia. Ci mancheranno le sue chiacchierate che spaziavano dalle donne, al cinema, alla politica (per poi tornare di solito alle donne) e anche le sue poesie estemporanee declamate alle cene di Natale, in cui prendeva di mira ognuno di noi, ma anche se stesso, con sagace ironia e arguzia. Così lo ricorda commosso Stefano Giuntini, portavoce del sindaco Pardini, e suo grande amico: “Mario, ti penserò nel buio della sala del cinema, quando si spengono le luci, nel silenzio di quel breve - ma infinito - momento di assolvenza, prima di essere inondato dalla luce dello schermo che è la magia del cinema e ti ha sempre accompagnato come un’aura di bellezza che tu chiamavi “La verità dell’arte”. Riposa in pace, vecchio amico”.

Mario lascia nel dolore la figlia Tiziana, con Walter Tamarri, e la nipote Sara Bergamaschi che l’hanno assistito con amore fino all’ultimo. La salma resterà esposta alla Sala del Commiato della Croce Verde in via Romana 907 fino a lunedì mattina alle 7. Poi ci sarà la cremazione. Per suo desiderio, infatti, nessuna cerimonia funebre. “Non dovrete neanche venire al mio funerale...”, ripeteva ogni tanto negli ultimi anni. Ciao Mario, dalla tua redazione.