
Lucca, il carrello è “salato“. Fare la spesa è costato di più. Ma non come in altre province
La nostra provincia non è tra le prime posizioni. E in questo caso, meglio così. Perché in base alla classifica stilata da Coldiretti (Fonte Coldiretti Toscana elaborazione dati Istat) su dove è costato di più fare la spesa in Toscana nel 2023, a ben guardare il dato lucchese non è tra i più alti della regione. Con i suoi +560 euro (9,5%) infatti, la nostra provincia è nelle parti basse della classifica. Sopra di noi ci sono Grosseto (+689 euro - 11,7% inflazione media annuale), Livorno (+654 euro - 11,1%), Siena (+636 euro - 10,8%), Massa Carrara (+601 euro - 10,2%), Pisa (+572 euro - 9,7%) e Pistoia (+566 euro - 9,6%). Sotto di noi invece ci sono solo Arezzo (+524 euro - 8,9%) e Firenze (+501 euro 8,5%), mentre la media toscana è di +566 euro (+72 euro rispetto al 2022).
"Tavola salata per i toscani che hanno speso di più per mettere nel carrello pane, pasta, carne, frutta, verdura e bevande rispetto al 2022 - si legge in una nota di Coldiretti Toscana - . Ogni famiglia ha speso 566 euro in più nel 2023, contro i 494 dell’anno prima, per acquistare sostanzialmente la solita quantità di prodotti a fronte di un’inflazione annuale dei beni alimentari e delle bevande analcoliche del 9,6%. Riempire il frigorifero è costato maggiormente ai cittadini della provincia di Grosseto (+689) che hanno dovuto sborsare altri 188 euro, a causa di un’inflazione media dell’11,7%, rispetto a quelli della provincia di Firenze (501 euro) che hanno chiuso l’anno con un indice dell’8,5%. Sono grandi le differenze tra le diverse aree, soprattutto tra nord e sud della regione".
A dirlo appunto è Coldiretti Toscana sulla base dell’elaborazione dei dati Istat relativi all’inflazione nel 2023 secondo cui l’inflazione generale è scesa allo 0,4%. "In due anni ogni famiglia della nostra regione ha dovuto pagare poco più di mille euro per rispondere ai normali bisogni alimentari. Uno sforzo che ha destabilizzato le economie di molti nuclei che hanno dovuto fare molte rinunce, cambiare abitudini e ingegnarsi per ridurre al minimo ogni spreco e ogni spesa superflua. Sono sfiancate - spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana - . Gli effetti della discesa dell’inflazione alimentare, che è passata dal 12,2% di inizio anno al 4,4% di dicembre, dovrebbero presto farsi sentire e sono una buona notizia, significativa di un trend che ha invertito la rotta. Le nuove tensioni in Medio Oriente, la crisi del canale di Suez, rischiano però di avere conseguenze sul costo dei beni energetici e quindi sui costi di trasporto e di produzione portandosi così dietro nuovi rincari dei prezzi. E’ uno scenario che ci preoccupa molto e che potrebbe rimettere tutto in discussione".
C.C.