FRANCESCO
Cronaca

Lucca, cultura cantieri e spaccature

L'amministrazione Pardini di Lucca sta costruendo molte opere pubbliche, ma ha anche creato una frattura insanabile tra le forze di maggioranza e opposizione. Una campagna elettorale di fair play è stata sostituita da una mancanza di dialogo, con divisioni culturali e ideologiche che influenzano la città.

Meucci

L’altra caratteristica dell’amministrazione Pardini è quella dei lavori pubblici. Rotonde, strade, asili, palazzetti, edifici pubblici, parcheggi sotto e sopra terra e chi più ne ha più ne metta:

a Lucca si costruisce e si costruirà. Piaccia o no, è così.

E lo sarà ancora di più con

il nuovo piano strutturale

una volta approvato. Una città-cantiere con buona pace

di chi avrebbe preferito

la Lucca a passo felpato della precedente amministrazione. Certo, qualche rischio la giunta Pardini se lo prende, se si pensa a cosa è accaduto in tempi recenti con le opere pubbliche (Manifattura Nord, docet). Ma, come dicono gli americani, no guts, no glory (senza coraggio niente gloria). Il tempo ci dirà se si è trattato di una scelta azzardata, ma giusta, oppure di un azzardo e basta.

Semmai, nel corso di questo 2023 che va a chiudersi oggi,

si è consumato lo strappo forse insanabile tra le forze

di maggioranza e quelle di opposizione. A livello politico è questo il dato più saliente (e quello che raccontiamo con meno piacere). Se la campagna elettorale della primavera 2022 – e ne fummo testimoni – fu all’insegna di un fair play esemplare tra i due candidati sindaci, oggi siamo arrivati all’estremo opposto. Colpisce – e per certi versi dispiace – la quasi totale mancanza di un dialogo anche quando sarebbe indispensabile avercelo.

Come nel caso della strada da intitolare al presidente Sandro Pertini. Siamo certi che si tratti di una frattura insanabile e che tale resterà fino almeno al 2027, così come siamo certi che a spostare gli equilibri su un piano più fortemente conflittuale abbiano contribuito in modo deciso le divisioni all’interno dei due schieramenti. Dove i due principali partiti – Pd e FdI – da una parte non hanno ancora superato la doppia sconfitta alle urne e – dall’altra – pagano ancora le profonde divisioni culturali e ideologiche interne. Sembrebbero questioni marginali, ma siamo invece convinti che siano più centrali di quanto si creda per un città che, come si è visto, sta giocandosi un “all-in“ per il futuro.