L’orrore della guerra raccontato da chi lo vive

Le storie delle mamme ucraine in fuga con i figli. E l’appello per la pace consegnato al Prefetto dalla delegazione di connazionali a Lucca

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Si è commossa la signora Fiorenza – che a casa sua ha appena ospitato una famiglia ucraina – mentre ha letto l’appello per la pace delle donne ucraine da molto tempo abitanti a Lucca e che in questi giorni terribili hanno composto una piccola delegazione che “vuole essere simbolica di un’intera comunità al femminile. Abbiamo visto in questi giorni le immagini dell’orrare della paura, del dolore, del dramma. Lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle. Non siamo rimaste passive. Abbiamo alzato la voce e abbiamo agito mettendo in salvo le vite, creando ponti tra terre lontane, aprendo le porte“. L’appello alla pace è stato consegnato al prefetto affinchè “lo trasmetta a tutte le Istituzioni e diventi cultura e pratica di pace“.

Adriana è qui con i suoi 4 figli, suo marito è dovuto restare in Ucraina. Lei è ospite da padre Volodymyr Lyupak, che a sua volta ne ha 6 di figli. Insieme, come sottolinea Donatella Turri di Caritas, fanno davvero una grande tribù. “I miei due figli più piccoli sono più spinti dalla curiosità di questo nuovo posto – racconta Adriana –. Invece i più grandi, che hanno 12 e 10 anni, fanno fatica. Chiedono sempre perchè si deve stare qui, quando torniamo a casa. Da lunedì faranno la scuola online, in Ucraina si stanno organizzando con le lezioni a distanza. E’ un fatto importante, perchè i ragazzi hanno bisogno di mantere aperto quel ponte“. Adriana ci prova a trattenere quella lacrima che scappa via in un attimo, dove si concentra tutta la tensione di questi giorni.

Padre Lyupak, punto di riferimento della comunità Ucraina, è stato ringraziato più volte per questo dal Prefetto. “E’ importante che nell’accoglienza ci sia dignità, dall’una e dall’altra parte – ha datto padre Lyupak –. Non c’è gente buona o cattiva, c’è gente che riconosce la fraternità e le regole. Qui vedo la bontà del popolo lucchese, la grande generosità. D’altra parte le famiglie ucraine non sono qui per fare le vacanze, vogliono tornare a casa. E’ bello vedere questo tessuto sociale che le sa aiutare in questo momento tanto difficile, che non si divide, che fa unità. In tempi bui scalda il cuore il grande rispetto e affetto che viene dal Prefetto e da tutta la comunità lucchese“.

Anche Irina si racconta volentieri, mentre i suoi due bambini non la lasciano un attimo. “Siamo scappati quasi subito – dice –, un viaggio estenuante, di giorni sui bus, ma ce l’abbiamo fatta. Abbiamo trovato accoglienza a Lucca, ma il pensiero è sempre là, dove è dovuto rimanere mio marito“. Da 18 a 60 anni di età, senza distinzione, gli uomini sono tutti reclutati sul fronte. Le suore di Santa Gemma a Borgonuovo ospitano 9 tra mamme (4) e bambini (5). Hanno la doppia disperazione di chi non sa più dove poter tornare: il loro paese è stato completamente distrutto.

L.S.