REDAZIONE LUCCA

Le bollette in vetrina "Così mostriamo i rincari"

L’iniziativa di Confcommercio che invita i negozianti ad esporre al pubblico quelle di quest’anno e dell’anno scorso per evidenziare la differenza

"Bollette dell’anno scorso e di quest’anno esposte nelle vetrine dei negozi, per mostrare le differenze e i mostruosi rincari, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema che, se non affrontato e risolto dal Governo, causerà danni devastanti alle imprese e chiusure". E’ quanto scrive Confcommercio. Parte da Firenze e dalla Toscana, toccando anche la provincia di Lucca, l’iniziativa lanciata proprio dalla Confcommercio che invita tutti gli esercenti ad esporre al pubblico le bollette ricevute, messe a confronto le une con le altre per lo stesso periodo.

"Un’iniziativa semplice e immediata per testimoniare l’enorme incremento dei costi di energia e gas, addirittura triplicati, o peggio, nel giro di pochi mesi, a seguito dell’esplosione del conflitto in Ucraina" scrivono ancora dall’associazione di categoria. L’obiettivo dell’associazione è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, dal canto suo già a conoscenza di una problematica che investe anche ogni singola famiglia, e lanciare alla politica segnali chiari e richieste di intervento immediate.

"Sin dall’esplosione della pandemia - dice il presidente di Confcommercio province di Lucca e Massa Carrara, Rodolfo Pasquini - , il mondo delle imprese che siamo chiamati a rappresentare è stato quello che, per primo e più di tutti, ha subìto gli effetti devastanti delle restrizioni anti covid. Proprio quando si iniziava a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel, ecco la seconda mazzata con i rincari energetici e dei costi delle materie prime. In questi mesi estivi le attività legate al comparto turistico stanno ricevendo una boccata di ossigeno, ma l’autunno è ormai alle porte, con scenari dal punto di vista economico a dir poco catastrofici. Servono immediati interventi sui costi delle bollette, o per le piccole e medie imprese arriverà la mazzata finale".

"Lo abbiamo detto tante volte - chiude Pasquini - : un negozio non è solo sinonimo di commercio, ma anche di occupazione e vita di un paese o di una città. La morte di un’attività non ha solo ricadute economiche, ma anche lavorative e sociali". Secondo i dati in possesso di Confcommercio, un’azienda su tre è a rischio chiusura.

"La situazione è insostenibile - conferma il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano - : se alcuni imprenditori stanno meditando di tirare giù il bandone in maniera definitiva, altri potrebbero decidere di concentrare l’attività in pochi giorni alla settimana. Uno stratagemma, per contenere i consumi di energia e gas legati all’apertura, che durante l’inverno sono inevitabilmente destinati a salire. L’unica soluzione nell’immediato potrebbe essere quella di sollevare le imprese da alcuni carichi: come sgravare i bilanci da alcuni pagamenti obbligatori, come quelli legati all’Iva".