Spesso si parla di cultura del cibo, ma qual è il cibo della cultura? Cosa mangiavano i grandi maestri e cosa rappresentava per loro la buona tavola? Di ciò si è parlato durante l’incontro: “Note... di degustazione: le assonanze tra Verdi e Puccini a tavola“, che si è svolto a Parma nell’ambito del “Settembre Gastronomico”.
L’appuntamento, nel segno del mangiar bene e della musica lirica, è nato da uno scambio di buone pratiche fra terre vocate all’enogastronomia iniziato a giugno a Firenze in un dialogo tra realtà di eccellenza nel panorama enogastronomico. Lo chef Stefano Mei del ristorante “La Bilancia“ di Massarosa, della rete di Vetrina Toscana, ha interpretato uno dei piatti preferiti di Puccini: “il risotto alla folaga” in un dialogo che si è svolto con lo chef Massimo Spigaroli, una stella Michelin al ristorante “Antica Corte Pallavicina“, e presidente della Fondazione Parma Città Creativa Unesco della Gastronomia e custode della tradizione culinaria della bassa parmense, terra capace di esprime il genio di Giuseppe Verdi. Tornando in Versilia, fino ai primi del Novecento, Massarosa si sosteneva grazie a una grande produzione di riso, il particolar “Riso rosso di Massarosa”. La folaga invece era il frutto delle battute di caccia dello stesso Puccini, direttamente dalle rive del lago di Massaciuccoli.
Anche Giuseppe Verdi amava il risotto tanto che si dice sapesse farlo divinamente, in alcune lettere viene definito come un maestro: “maître pour le risotto”. Entrambi i compositori avevano un legame importante con le rispettive cuoche: Ermelinda Berni, cuoca di casa Verdi, e Isola Nencetti Vallini per il compositore toscano. Proprio a queste figure e alle loro lettere e ricettari, si devono le preziose informazioni sulle abitudini culinarie dei due Maestri.
Puccini si ritrovava con i suoi amici sulle rive del Lago ne “La capanna di Giovanni dalle bande nere” ribattezzata “Club La bohème”, che si fregiava di uno scherzoso statuto che prevedeva cibi prelibati e vini senza parsimonia. Come del resto li univa la passione nel cimentarsi in cucina, di Verdi e Puccini si sa che si divertivano a creare personalmente delle ricette: nelle lettere del compositore padano si trovano riferimenti a piatti e di Puccini è documentata l’attività in cucina durante gli studi milanesi, assieme all’amico Mascagni. Geni musicali e grandi appassionati della buona tavola: entrambi amavano i piatti del proprioterritorio a testimonianza di un profondo legame con le radici e con la propria identità culturale.
R.V.