
Novità per la Camera penale di Lucca: il nuovo presidente è l’avvocato Marco Treggi, mentre nel direttivo ci sono molte conferme. All’esito dell’assemblea per il rinnovo delle cariche per il biennio 2022 – 2024, l’avvocato Marco Treggi è stato infatti nominato con ampia maggioranza presidente della Camera penale di Lucca “Leonardo Lapasin Zorzit”. Insieme a lui, quali membri del direttivo, sono stati riconfermati gli avvocati Maurizio Zerini e Roberto Bonacchi. Insieme a loro risultano eletti gli avvocati Luigi Gino Velani, Micaela Bosi Picchiotti, Marco Taddei che già in passato avevano rivestito cariche direttive. Infine, con nuova nomina, è stato eletto l’avvocato Filippo Antonini.
“Sono onorato di rappresentare i penalisti iscritti alla Camera Penale di Lucca – commenta l’avvocato Marco Treggi – e grato ai colleghi per la fiducia dimostrata. Con il mio mandato intendo porre in essere tutta una serie di iniziative volte a perseguire, in primis, gli scopi statutari, difendendo i principi del giusto processo e del diritto penale liberale; incentivare un fattivo confronto con la Procura e il Tribunale al fine di contribuire ad un miglioramento della digitalizzazione e dello svolgimento delle udienze in occasione della prossima entrata in vigore delle riforma della giustizia“.
“Con i membri del Direttivo – aggiunge il neo presidente – , abbiamo già chiaro l’obiettivo di sviluppare gli osservatori della Camera Penale di Lucca in modo da poter seguire con particolare attenzione l’applicazione della riforma Cartabia nelle sue prospettive e nei suoi riflessi pratici, anche organizzando una serie di convegni di studio ad alto livello e gruppi di studio con gli enti preposti alla MAP per affrontare la questione dell’ampliamento della giustizia riparativa nei suoi risvolti pratici. Cercheremo, anche, di rafforzare e incentivare le iniziative con la Casa Circondariale di Lucca al fine di favorire una piena risocializzazione e favorire lo sviluppo di strutture ponte tra il carcere e la società civile, nonché incentivare uno studio sul problema della carenza di REMS e il fenomeno del collocamento dei malati psichiatrici in carcere“.