
Tribunale (foto repertorio)
Lucca, 12 agosto 2023 – È stato reintegrato il lavoratore della Metro Srl che un anno fa, su decisione dell’allora direttore generale Mauro Natali, fu prima pedinato da un investigatore privato e poi licenziato. Ne dà notizia la Filt Cgil di Lucca.
Vediamo i fatti. Il lavoratore all’epoca della contestazione irrogata dal datore di lavoro, svolgeva il ruolo di ausiliario del traffico e in seguito fu trasferito alla centrale operativa dell’azienda che gestisce parcheggi, permessi e turismo in concessione per conto del Comune di Lucca attraverso la Holding Lucca Spa. Il dipendente entrò nel mirino del datore di lavoro che, non credendo alla veridicità di quanto il certificato medico riportava, si rivolse a una agenzia investigativa per accertare le sue abitudini quotidiane in relazione alla certificazione sanitaria. A seguito dei pedinamenti, Metro Srl optò per il licenziamento del lavoratore, denunciando i fatti alla procura della repubblica quale atto dovuto.
Un’azione, questa, che provocò lo stato di agitazione dei lavoratori di Metro Srl e la dura reazione delle sigle sindacali presenti in azienda, la Filt Cgil e la Fit Cisl. Arriviamo ai giorni nostri, con la decisione presa dal giudice del lavoro, la cui sentenza impone il reintegro del lavoratore prevedendo, inoltre, un risarcimento allo stesso pari a 12 mensilità oltre a decine di migliaia di euro che Metro Srl dovrà versare per le conseguenti spese legali di giudizio.
“Senza considerare – sottolinea Edoardo Gandolfo della segreteria confederale Cgil di Lucca – che Metro Srl ha versato una discreta cifra alla società di investigazione; siamo però ancora amareggiati – prosegue il dirigente sindacale – nonostante il buon esito di quanto disposto dal giudice del lavoro, perché Metro Srl, oggi con il nuovo amministratore Roberto Di Grazia chiamato a ricoprire l’incarico dal sindaco Mario Pardini, ha deciso di appellarsi alla decisione dettata dalla sentenza muovendo di nuovo al lavoratore una nuova contestazione disciplinare: siamo di fronte a una sorta di accanimento che non riusciamo a comprendere, nonostante il giudice abbia motivato che quanto attestato dalla certificazione medica non fosse incompatibile con l’attività ricreativa svolta dal dipendente, né con la patologia sofferta e certificata".
A seguito della presa di posizione dell’azienda verso il lavoratore ma anche, secondo Gandolfo, "alla luce di un mancato dialogo tra società e sigle sindacali – abbiamo deciso di dare corso ad adeguate azioni di lotta, proclamando uno sciopero per il prossimo 1 settembre".
Maurizio Guccione