
La visita del Csm al tribunale: "Riporteremo alle commissioni tutte le difficoltà espresse"
"La giornata è memorabile innanzi tutto per me, lucchese che torna nella sua città ad incontrare i magistrati dell’ufficio di Lucca da vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura". Con queste parole e visibile emozione, Fabio Pinelli, vice presidente del Csm, ha iniziato il suo intervento al termine della visita speciale di ieri. Insieme a i consiglieri Daniela Bianchini e Michele Forziati, Pinelli ha visitato la struttura di via Galli Tassi, incontrando personalmente il presidente del tribunale Boragine, i il procuratore capo della Repubblica, Domenico Manzione, il presidente della Corte d’Appello di Firenze, Alessandro Nencini e l’avvocato generale della Corte d’Appello di Firenze, Fabio Origlio, oltre a tutti i magistrati e lavoratori degli uffici giudiziari. "Per me è una grandissima emozione - aggiunge Pinelli -. Questa giornata fa parte di un ciclo di visite a tuttui gli uffici giudiziari italiani, grandi e piccoli, ed è stato veramente prezioso ascoltare le parole del presidente del tribunale e del Procuratore della Repubblica per cogliere le ciriticità di Lucca".
Sono stati tanti i temi trattati nel corso della mattinata, dalla carenza di personale alle difficoltà legate all’inadeguatezza delle strutture, passando per le complicazioni dei sistemi informatici e la “bulimia“ della burocrazia.
"Cercheremo di portare in consiglio e all’interno delle singole commissioni tutti i problemi riscontrati - prosegue Pinelli -, per cercare di operare al meglio. Non soltanto il Csm deve riconoscere il grande sforzo di tutti i magistrati nello svolgimento del proprio lavoro, ma la società deve esserene grata, riconoscndo lo sforzo dei magistrati per rendere un servizio alla cittadinanza. I rapporti all’interno di una comunità si fondano sulla fiducia e la fiducia deve essere reciproca. Ci sono migliaia di magistrati che lavorano al meglio per il bene dei cittadini e anche questo va riconosciuto. Molto importante il lato positivo sottolienato durante l’incontro di oggi, ovvero la proficua collaborazione tra avvocatura e magistratura".
"Tutte le migliaia di magistrati che lavorano per il bene del paese hanno bisogno di sostegno morale e sociale - conclude Pinelli -. I magistrati sono apprezzati dalle comunità e dai cittadini, e questo fa si che tutta la magistratura sia considerata un cardine della democrazia. E questo non c’entra niente con il cercare il consenso, ma attraverso il comportamento di ogni magistrato, si riesce ad avere il riconoscimento morale e sociale di cui si ha bisogno. I magistrati devono ritrovare quell’orgoglio nell’eserczio di una funzione così alta, che li faccia sentire protagonisti della vita democratica".
Iacopo Nathan