LAURA SARTINI
Cronaca

La sanità lucchese è “malata“. I comitati emettono il referto

Sul banco degli imputati il taglio del personale, la medicina territoriale, il San Luca “E che dire del distretto di Sant’Anna, inaugurato e chiuso senza accredito di funzioni“ .

Operatori della sanità in una foto di archivio

Operatori della sanità in una foto di archivio

La radiografia stavolta la fanno i comitati sanità, e il malato è la sanità lucchese. Con una diagnosi non tranquillizzante: “Ad oggi la situazione è quella di una paralisi organizzativa e strutturale inquietante, le cui conseguenze ricadono inevitabilmente sui cittadini“. E ora entriamo nello specifico.

“Il San Luca – è il primo approfondimento dei comitati sanità –: certamente il periodo invernale rende più evidenti i limiti della struttura da noi tante volte denunciati, a partire dalla insufficienza di posti letto e soprattutto dalle difficoltà nella gestione del post acuto, che riguarda la popolazione più fragile e anziana. Da anni sollecitiamo la creazione di un reparto dedicato a chi non è pronto per essere dimesso. Intanto i pazienti lucchesi che necessitano di un percorso di riabilitazione sono inviati come pacchi postali in Garfagnana, a chilometri da casa, con tutti i disagi immaginabili per il regolare, indispensabile sostegno da parte delle famiglie“.

“Quanto alla medicina del territorio poi, la situazione è addirittura paradossale – continuano i comitati –. Ai proclami in merito alla apertura delle Case di Comunità è seguito il vuoto. Nulla è stato fatto in questi anni per agevolare un rapporto più organico tra l’ospedale e i medici di base, che sarebbero la risorsa necessaria per dare avvio a un minimo di progettazione organizzativa“.

Altro capitolo: “Le infermiere sul territorio sono in numero insufficiente e non rispondono all’indice previsto dal DM 77 di una unità ogni 3000 abitanti. Nel centro storico, per esempio, è presente un solo infermiere per un bacino di utenza di circa 9.000 abitanti. E sappiamo bene quanto fondamentali sono le funzioni di questa figura in grado di dare un primo segnale di supporto, dalla somministrazione di farmaci all’accertamento dei bisogni“.

“E intanto vediamo che 9 infermieri sono stati destinati al Cot – evidenziano i comitati – . Prezioso personale infermieristico relegato a rispondere al telefono e a indirizzare i cittadini nei meandri di iter burocratici che niente hanno a che vedere con la presa in carico dei pazienti stessi. Ed è fortunato chi riesce a prendere la linea“.

Dulcis in fundo: “Dopo anni è stato inaugurato in pompa magna il rinnovato presidio sanitario di Sant’Anna. Inaugurato e chiuso. E nessuno sa quali funzioni di prossimità dovrebbe garantire. Ancora sperperi“.