REDAZIONE LUCCA

La ‘rivolta’ dei prof. Passaglia e Vallisneri scrivono al ministro per i fatti di Pisa

Oltre 200 firme per “il rispetto della libertà di espressione non violenta“ “Vedere la polizia che carica e manganella i ragazzi allontana i nostri allievi dalla concezione di uno Stato che garantisca sicurezza“.

La ‘rivolta’ dei prof. Passaglia e Vallisneri scrivono al ministro per i fatti di Pisa

Sui fatti di Pisa intervengono con lettere firmate i docenti del Liceo artistico musicale Passaglia e il Liceo scientifico linguistico Vallisneri. In particolare circa 130 professori del Passaglia chiedono “rispetto della libertà di espressione non violenta“.

“Di fronte ai fatti avvenuti a Pisa – dichiarano nella lettera inviata al Ministero – proviamo incredulità ed esprimiamo la nostra preoccupazione e grande inquietudine per l’azione di violenza da parte della polizia ai danni degli studenti che esercitavano la loro legittima e libera manifestazione di pensiero. Quanto accaduto è agli antipodi dei valori che come adulti e docenti cerchiamo ogni giorno di trasmettere ai nostri ragazzi: il rispetto delle idee altrui, il confronto non violento, la vita democratica e la libertà, garantita dalla Costituzione italiana, di esprimere liberamente le proprie idee. Vedere la polizia che carica e manganella i ragazzi allontana i nostri allievi dalla concezione di uno Stato che garantisca sicurezza e fiducia“.

Sono circa 90 i docenti che firmano la lettera del Liceo Vallisneri: “Esprimiamo sconcerto e preoccupazione per la violenta e ingiustificata reazione che le forze dell’ordine hanno avuto nei confronti degli studenti pisani – dicono – , “colpevoli” di manifestare pacificamente la loro solidarietà al popolo palestinese, in un corteo di protesta. La violenza di quelle manganellate ci inquieta come cittadini e soprattutto come educatori, impegnati a insegnare i valori della non violenza, della libera espressione del dissenso, del confronto tra opinioni diverse nel rispetto dell’altro e della pace come principio supremo e presupposto indispensabile del vivere civile“.